
Tre pareggi non fanno pareggite. Soprattutto contro Atalanta o Borussia
Un anno fa Thiago Motta pareggiava tre partite di fila. Fu l'inizio della fine, con zero gol fatti e zero subiti, con la sensazione che mancasse qualcosa in attacco, nonostante una grande difesa. Poi è arrivato l'infortunio di Gleison Bremer e anche la retroguardia ha avuto più di qualche problemino. La sensazione di essere passati da un tecnico a un altro che preferiva difendere c'era, mentre ora il problema sono i troppi gol subiti, anche quando - come contro l'Atalanta - per novanta minuti c'è stata una buona padronanza del campo, al netto della possibilità avuta da Krstovic che poteva essere determinante.
A questa Juventus manca ancora qualcosa ma, diversamente rispetto all'anno scorso, la sensazione è che abbia la possibilità di segnare. Perché alcuni episodi hanno portato a questa classifica che, comunque, racconta di un solo punto dalle prime tre della classe, con un pari contro l'Atalanta e l'altro con il Verona: al Bentegodi è andata anche bene, ammettendo e non concedendo che c'era un rosso a Orban abbastanza chiaro e che gli episodi determinano le partite.
Tre partite non fanno una pareggite, soprattutto se arrivano con Borussia Dortmund e nerazzurri. L'unico problema è che dopo un anno non straordinario come quello scorso gli alibi sono conclusi, soprattutto per chi, come Koop o Vlahovic, sarebbero costretti a trascinare.






