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Il Cagliari ci crede fino all'ultimo e porta a casa un buon punto. Nicola contesta il rigore
Due punti persi per la Juventus e un punto guadagnato per il Cagliari. Considerata la partita nel suo complesso e in base alle rispettive ambizioni di classifica, l'1-1 maturato allo Stadium si potrebbe leggere così. Peccato che i sardi siano andati, nel finale, vicini a vincere col palo centrato da Obert: il grande merito degli ospiti, che il punto d'oro se lo tengono stretto, è proprio quello di averci creduto fino all'ultimo.
Luperto sfortunato, il piano di Nicola funziona. Difficile imputare troppo al difensore centrale, anche se - regolamento alla mano - il tocco di mani è una leggerezza e il giudizio non può essere appieno sufficiente. Resta, più che altro, una palla sfiorata e un tocco sfortunato. Alla fine, non incide nemmeno più di tanto: un'ora di difesa e mezz'ora a cercare il pari, ha funzionato il progetto dell'allenatore isolano.
Le parole di Davide Nicola: "Il pareggio ci permette di salire da 5 a 6, fare punti è sempre importante per noi. Fare punti significa progredire e prendere fiducia, ma al contempo vogliamo essere contenti, ma valutarlo come un micro-episodio, una partita non ti fa raggiungere l'obiettivo - sottolinea l'allenatore dei sardi, per poi soffermarsi proprio sul rigore - chi mi conosce sa che non giudico mai l'operato dell'arbitro, ma dal punto di vista tecnico non mi convince per una questione di biomeccanica, se devo contendere un pallone è ovvio che uso le braccia per uno slancio. Se poi mi si mettono le mani sulle spalle non va dimenticato. Molti allenatori sono del mio stesso avviso, discutiamo di questo fatto, quindi se non mi dai fallo per le mani di Gatti, non puoi nemmeno dare il rigore. Poi chiaramente si accetta la decisione dell'arbitro. Il punto focale è proprio l'intervento nella biomeccanica dell'atleta. E' impossibile dare rigore se io subisco un intervento da tergo che mi costringe a cadere".
Luperto sfortunato, il piano di Nicola funziona. Difficile imputare troppo al difensore centrale, anche se - regolamento alla mano - il tocco di mani è una leggerezza e il giudizio non può essere appieno sufficiente. Resta, più che altro, una palla sfiorata e un tocco sfortunato. Alla fine, non incide nemmeno più di tanto: un'ora di difesa e mezz'ora a cercare il pari, ha funzionato il progetto dell'allenatore isolano.
Le parole di Davide Nicola: "Il pareggio ci permette di salire da 5 a 6, fare punti è sempre importante per noi. Fare punti significa progredire e prendere fiducia, ma al contempo vogliamo essere contenti, ma valutarlo come un micro-episodio, una partita non ti fa raggiungere l'obiettivo - sottolinea l'allenatore dei sardi, per poi soffermarsi proprio sul rigore - chi mi conosce sa che non giudico mai l'operato dell'arbitro, ma dal punto di vista tecnico non mi convince per una questione di biomeccanica, se devo contendere un pallone è ovvio che uso le braccia per uno slancio. Se poi mi si mettono le mani sulle spalle non va dimenticato. Molti allenatori sono del mio stesso avviso, discutiamo di questo fatto, quindi se non mi dai fallo per le mani di Gatti, non puoi nemmeno dare il rigore. Poi chiaramente si accetta la decisione dell'arbitro. Il punto focale è proprio l'intervento nella biomeccanica dell'atleta. E' impossibile dare rigore se io subisco un intervento da tergo che mi costringe a cadere".
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