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Napoli campione, il pagellone di TMW: Conte firma lo Scudetto, McTominay da 9TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 01:52Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Napoli campione, il pagellone di TMW: Conte firma lo Scudetto, McTominay da 9

Il Napoli è campione d'Italia per la quarta volta nella sua storia. Una cavalcata partita da lontano e conclusa con il successo al Maradona sul Cagliari, per un Tricolore che ha tanti protagonisti diversi, per un motivo o per un altro. TMW vi propone il pagellone di tutta la rosa azzurra, che adesso può davvero festeggiare.

Meret 8 - Forse la sua miglior stagione al Napoli, anche meglio di quella del primo Scudetto. Due rigori parati, a Thauvin il primo, a Santiago Gimenez, ben più importante, il secondo. Non solo questo però, visto che le partite nelle quali è stato protagonista e insuperabile sono tante. Tra dicembre e gennaio il suo periodo migliore. Il titolo è arrivato anche grazie ai suoi guantoni.

Turi sv

Contini sv

Scuffet 6,5 - Una presenza, a Bologna, ma più decisiva che mai. Se il Napoli è uscito dal Dall'Ara con un punto lo deve principalmente a lui e alla fine proprio quel punto ha pesato come un macigno. Arrivato a gennaio nell'operazione che ha portato Caprile al Cagliari ha saputo rispondere presente nell'unica occasione in cui è stato chiamato in causa. Una cosa non da tutti.

Caprile 6 - Nella prima parte di stagione ha messo insieme quattro presenze contro Juventus, Monza, Como ed Empoli con un solo gol subito contro i lariani, poi il trasferimento al Cagliari a gennaio. Lo Scudetto è però anche un po' suo.
Buongiorno 7,5 - Il colpo estivo che ha riportato la solidità in difesa, insieme al lavoro di Antonio Conte. L'ex Torino è stato il punto di riferimento nella retroguardia azzurra e anche se in pochi avevano dubbi sulla sua affidabilità non era certo scontato. Qualche infortunio di troppo, è vero, ma non certo per colpa sua. Quando è stato in campo però è sempre stato l'uomo in più della retroguardia dei partenopei.
Juan Jesus 7 - Partito per essere un semplice comprimario ma alla fine il suo apporto è stato decisivo, specie nella sostituzione di Buongiorno. Con il passare delle partite è diventato sempre più affidabile e lo Scudetto è passato anche attraverso le sue prestazioni.

Rrahmani 7,5 - Il vero stakanovista della difesa del Napoli del quarto Scudetto, il vero punto fermo per tutta la stagione. Tutte partite da titolare, tutte partite giocate per intero tranne quella contro il Venezia al Penzo. Rrahmani è stato l'affidabilità in persone e Antonio Conte non ha mai messo in discussione la fiducia nei suoi confronti. Protagonista come pochi altri, non per i gol o gli assist ma per la continuità messa in campo.

Marin 6 - Forse il meno positivo della stagione del Napoli, ma poco importa. Una sola partita da titolare, poi tanta, tantissima, panchina. Conte non si è quasi mai affidato a lui, preferendo anche impiegare Matias Olivera al centro della difesa anziché puntare sull'ex Real Madrid. La sufficienza però è d'obbligo, perché alla fine è arrivato lo Scudetto grazie all'aiuto di tutti.

Olivera 7 - Una garanzia, in qualsiasi zona del campo sia stato impiegato. Quarto di difesa, esterno a centrocampo o centrale poco ha importato, l'uruguaiano ha sempre risposto presente. Zero gol fatti e tre assist forniti, questo il suo bottino, per il suo secondo Scudetto personale con la maglia del Napoli.

Di Lorenzo 7,5 - Il capitano non è stato protagonista come due anni fa, nell'anno del terzo Scudetto del Napoli, ma è impossibile pensare alla squadra azzurra senza di lui. Sempre in campo tranne che nella gara contro l'Empoli di metà aprile e tre gol che hanno dato la spinta, a inizio campionato contro Bologna, Cagliari e Lecce. Sarà lui ad alzare il trofeo dello Scudetto per la seconda volta in tre anni. Una soddisfazione incredibile per un giocatore che sembrava dover andare via la scorsa estate ma che ha poi ha fatto la scelta giusta.

Mazzocchi 6 - Comprimario vero e proprio ma comunque utile alla causa, sia dentro che, soprattutto, fuori dal campo. Il Soprannome dato a McTominay, quel "McFratm" che sta facendo il giro del web, è la prova di quanto sia parte integrante di questo gruppo. E per vincere servono anche uomini come lui.

Spinazzola 6,5 - Arrivato in estate, in punta di piedi, voluto anche da Antonio Conte, si è calato nella parte e anche lui, come Olivera, si è fatto trovare pronto in qualsiasi ruolo. Terzino destro o sinistro, esterno di centrocampo ma anche d'attacco. Qualche problemino lo ha frenato, ma non come gli anni scorsi. Lo Scudetto è meritato, anche per lui.
Gilmour 7 - Alter ego di Lobotka, ma non solo. L'acquisto voluto da Conte e arrivato a fine mercato dopo un lungo inseguimento, si è ritagliato più spazio di quello che ci si aspettava. Sempre titolare, tranne che in due occasioni, dalla ventisettesima all'ultima giornata, nel periodo del sorpasso sull'Inter. 14 milioni spesi bene, senza ombra di dubbio. Scudetto al primo colpo, chi ci avrebbe mai scommesso? Il futuro in azzurro è suo.


McTominay 9 - L'uomo copertina dello Scudetto del Napoli. Il protagonista dei protagonisti. Scott McTominay è stato il giocatore perfetto, l'acquisto che ha portato tutto ciò che mancava, e forse anche di più, alla squadra azzurra per tornare a lottare per il titolo. E alla fine quel titolo è arrivato, grazie ai dodici gol dello scozzese, conditi anche da sei assist. A Manchester lo rimpiangono e non si spiegano la cessione: la sua prima stagione in Serie A ci ha dimostrato il perché.

Billing 7,5 - Solo 184 minuti, solo 9 presenze, ma un gol che è valso lo Scudetto. La rete più pesante del campionato del Napoli è stata realizzata dal centrocampista arrivato a gennaio dal Bournemouth: quello contro l'Inter al Maradona dello scorso 1 marzo che ha permesso agli azzurri di trovare l'1-1 e di restare agganciati ai nerazzurri. Basta questo per giustificare il voto alto e per far entrare il danese nella storia del Napoli.

Hasa sv

Lobotka 8 - La solita certezza in mezzo al campo. Il metronomo di Antonio Conte si è confermato per l'ennesima volta un giocatore sempre e comunque indispensabile. L'infortunio che lo ha fermato nel finale di campionato, nel momento dei due pareggi contro Genoa e Parma, hanno dimostrato la sua importanza. Secondo Scudetto da protagonista per lo slovacco.

Anguissa 8,5 - Dopo McTominay c'è lui. Decisivo con prestazioni e soprattutto con gol e assist. Sei reti segnate, il suo record personale in carriera, cinque passaggi decisivi per i compagni. Anguissa ha tolto le castagne dal fuoco al Napoli in alcuni momenti decisivi, come nelle gare contro Juventus e Bologna. Altro grande protagonista e anche per lui si tratta del secondo Tricolore in tre anni.
Kvaratskhelia 7 - Impossibile non pensare anche al georgiano nel giorno della festa del Napoli. 17 presenze, 5 gol e 3 assist prima dell'addio a gennaio. Una partenza voluta dal giocatore, che tra pochi giorni si giocherà la finale di Champions League con il Paris Saint-Germain. La medaglia dello Scudetto, vinto sull'Inter, gli arriverà. Adesso Kvara spera di battere i nerazzurri anche nella competizione più importante d'Europa.

Neres 7 - Partito per essere una semplice alternativa di Kvaratskhelia e Politano, dopo la cessione del georgiano a gennaio è diventato qualcosa di più. Non ha inciso tantissimo, questo è vero, ma è stato comunque un soldato fedele nell'esercito guidato da Antonio Conte. Tra dicembre e gennaio il suo momento migliore, poi gli infortuni lo hanno frenato. Ma c'è anche la sua firma nello Scudetto del Napoli.

Okafor sv

Lukaku 8,5 - L'attaccante perfetto per Antonio Conte ha risposto ancora una volta presente alla chiamata del suo allenatore. Spesso criticato, troppo, ma i numeri dicono che è stato determinante. Doppia doppia per il belga: nei gol, 14, e negli assist, 10, ma non solo questo. Dal giorno del suo arrivo a Napoli, con le prime due giornate di Serie A già giocate, non è mai stato assente e ha chiuso il campionato con 36 presenze fatte di sportellate e lavoro per la squadra. In gol anche nella partita dello Scudetto contro il Cagliari. Cosa chiedere di più?

Simeone 6 - Due anni fa con Spalletti era stato l'arma in più, in questa stagione non è stato altrettanto decisivo ma si è comunque messo sempre a completa disposizione, non creando mai un problema al suo tecnico. Un solo gol, alla seconda giornata contro il Bologna, prima dell'arrivo di Lukaku, poi tanta panchina e solo minuti finali in alcune partite.

Politano 7,5 - Il vero jolly, il vero giocatore simbolo del sacrificio. Matteo Politano è stato il prototipo del calciatore che Antonio Conte ha sempre avuto, e voluto, in tutte le squadre che ha allenato nella sua carriera e anche se il contributo in zona gol dell'esterno non è stato lo stesso degli scorsi anni, è probabilmente stato più determinante che mai per la vittoria dello Scudetto.

Ngonge 6 - Non sarà certo stato uno dei protagonisti dello Scudetto del Napoli, visti i soli 197 minuti giocati in stagione, ma anche se solo da comparsa ha fatto parte del gruppo e dello spogliatoio della squadra campione d'Italia. Basta questo per giustificare la grande soddisfazione di mettere il Tricolore nella sua bacheca.

Raspadori 7,5 - L'asso nella manica di Antonio Conte nel momento decisivo della stagione. I suoi sei gol hanno portato la bellezza di otto punti, cinque dei quali da marzo in poi. Le reti contro il Lecce e il Genoa lo hanno messo di diritto tra i protagonisti dello Scudetto: Raspadori si è fatto trovare al posto giusto nel momento giusto.
Conte 9 - Il "prodigio" è cosa fatta. Antonio Conte ci è riuscito di nuovo e ha messo in bacheca il suo quinto Scudetto da allenatore in carriera, con la terza squadra diversa dopo i tre con la Juventus e quello con l'Inter. Vincere a Napoli, però, è un'altra cosa, non è scontato e rappresenta qualcosa di unico. Riportare il Tricolore nel capoluogo campano due anni dopo quello vinto da Spalletti, Osimhen e Kvaratskhelia, non era certo scontato, viste anche le partenze tra l'estate e gennaio. Ma quando un club sceglie Conte sa che tutto può succedere, nel bene, molto spesso, e nel male, visto il carattere tanto difficile da gestire in alcune situazioni quanto perfetto per vincere. Il suo Napoli ha fatto il massimo, ha saputo soffrire, quando le cose non andavano e le energie non erano al top, e ha premuto sull'acceleratore quando era necessario farlo. Anche la comunicazione è stata come sempre studiata nei minimi dettagli, per tutelare la sua squadra, i suoi giocatori, e far valere le sue ragioni. Aver vinto lo Scudetto anche dopo aver perso Kvaratskhelia a gennaio è stato un vero e proprio capolavoro, anche perché, numeri alla mano, il sostituto del georgiano non è mai arrivato. Un 9 in pagella scontato, lo Scudetto ha il nome di Antonio Conte.