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Il calcio francese riflette dopo la decisione della Corte d’appello sul caso Rabiot-PSGTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 13:56Calcio estero
di Michele Pavese

Il calcio francese riflette dopo la decisione della Corte d’appello sul caso Rabiot-PSG

Una sentenza destinata a lasciare il segno. La recente decisione della Corte d’appello di Parigi in merito al contenzioso tra Adrien Rabiot e il Paris Saint-Germain ha messo in allarme diversi protagonisti del calcio francese. Dirigenti, legali e agenti temono ora un effetto domino sulle dinamiche contrattuali e sulle relazioni club-giocatori nel professionismo.

Il caso richiama da vicino quello, ormai celebre, di Lassana Diarra e il Lokomotiv Mosca, che aveva già fatto giurisprudenza a suo tempo. Oggi, quello che è successo con Rabiot - ex centrocampista del PSG e della Juventus, attualmente all'Olympique Marsiglia - rischia di modificare in profondità gli equilibri regolamentari del settore.


Secondo le prime informazioni trapelate, la Corte avrebbe riconosciuto al giocatore diritti diversi rispetto a quanto comunemente accettato nelle pratiche di gestione dei club, in particolare riguardo al traitement en réserve (l’isolamento sportivo) inflitto durante un contenzioso. In pratica, si aprirebbe la possibilità di denunciare pratiche disciplinari considerate abusive da parte delle società nei confronti dei giocatori in uscita o in conflitto contrattuale. Molti dirigenti si sono rifiutati di commentare ufficialmente, dichiarando di non avere ancora abbastanza elementi per valutare appieno la portata del verdetto. Ma il timore serpeggia: si teme una moltiplicazione dei ricorsi individuali e una destabilizzazione del quadro normativo vigente.

Una cosa è certa: due ex compagni di squadra al PSG - Rabiot e Diarra - sono stati protagonisti di battaglie legali potenzialmente rivoluzionarie; il calcio francese è chiamato a riflettere su un nuovo possibile equilibrio tra diritto e gestione sportiva.