Lazio, come sbloccare il mercato: operazione non semplice, serve liquidità in cassa

La Lazio è alle prese con il tentativo di sbloccare il mercato in entrata. La notizia, arrivata nella giornata di ieri, del blocco delle operazioni per arricchire la rosa di Maurizio Sarri ha creato un grande caos in casa biancoceleste e adesso tutto ruota intorno al fatto che per provare a togliersi dall'impasse di non poter intavolare trattative servirà tempo e non è detto che alla fine Claudio Lotito riesca a farcela.

I primi colloqui con Sarri dei mesi scorsi.
Nel momento in cui la Lazio ha deciso di tornare a puntare su Maurizio Sarri erano state poste le basi per poter cedere alcuni calciatori per poi provare ad acquistarne altri, ma la situazione è molto più complessa e potrebbero non bastare quegli 80-90 milioni di cui si sta tanto parlando nelle ultime ore per ottenere lo sblocco del mercato. I nomi in uscita, avvallati dall'allenatore, erano quattro: Nuno Tavares, Nicolò Rovella, Loum Tchaouna e Tijjani Noslin. Quattro addii che nella testa di Sarri non avrebbero pesato poi così tanto ma le quattro cessioni potrebbero non risolvere la questione.

Problema di liquidità.
Il mercato della Lazio sarà bloccato a prescindere fino al prossimo 1 settembre, giorno della fine della finestra estiva, e prima di poter chiedere lo sblocco dovrebbero entrare in cassa tutti i soldi necessari per rientrare nei tre parametri nei quali la società capitolina è in difetto. Un problema non da poco, visto che in praticamente nessun caso un club che tessera un calciatore versa per intero, e subito, la cifra pattuita per l'acquisto. Facendo un esempio pratico: la clausola dal 50 milioni presente nel contratto di Rovella consentirebbe al club acquirente di pagare il cartellino in tre rate, e in questo modo la Lazio potrebbe mettere in cassa soltanto 17 milioni di euro adesso. Complicato dunque sbloccare il mercato per i capitolini, che rischiano di restare a zero entrate nell'attuale sessione di mercato.