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E' scomparso Ennio Succi, ex presidente dell'Aiac livornese
giovedì 15 novembre 2018, 23:30Altro Calcio
di Marco Ceccarini
per Amaranta.it

E' scomparso Ennio Succi, ex presidente dell'Aiac livornese

Livorno – E’ scomparso nella serata di oggi, giovedì 15 novembre, l’ex calciatore ed allenatore Ennio Succi, presidente onorario della sezione livornese dell’Aiac, l’associazione italiana degli allenatori di calcio che aveva guidato per anni. Esperto musicologo, amico del cantante livornese Luciano Virgili, lo chiamavano Nereo per la sua singolare somiglianza a Nereo Rocco, il Paron, lo storico allenatore del Milan di Gianni Rivera. Una somiglianza fisica che perfino i figli di Rocco, ospitandolo una volta a Trieste, gli hanno riconosciuto.

Nato a Livorno il 19 aprile 1933, Succi iniziò nelle giovanili del Livorno, dove ebbe come maestro, tra gli altri, il leggendario Mario Magnozzi e dove incrociò alcuni futuri grandi giocatori come Armando Picchi, Lorenzo Cappa, Romano Taccola, Costanzo Balleri e Mauro Lessi. Dal Livorno passò alla Raccis, brillante squadra fondata dall’ex goleador amaranto Renato Raccis vicecampione d’Italia con il Livorno del 1942-43, dove concluse la sua breve carriera di calciatore.

Abbandonato il calcio giocato a causa di alcuni infortuni, in particolare alle ginocchia, Succi si dedicò, ancora giovane, al mestiere di allenatore. Anche in questo caso iniziò nel settore giovanile del Livorno passando poi a guidare le prime squadre di club come il Certaldo, il Rosignano Solvay, il Cecina, il Siena, il Canicattì, il Castrovillari, l’Acireale, il Ribera. Poi si trasferì negli Stati Uniti, dove lavorò come tecnico in una scuola calcio italiana ed infine in Grecia dove guidò il Panachaiki, la squadra di Patrasso, nella seconda divisione nazionale greca. Negli Stati Uniti si era sposato ed aveva avuto un figlio, là residente, oggi pilota di aerei.

Rientrato a Livorno, o meglio ad Antignano, il suo rione, Succi ha ricoperto per molti anni la carica di presidente provinciale dell’Aiac. Nella cui veste, oltre a guidare le rappresentative giovanili della provincia di Livorno in non pochi tornei in giro per l’Europa, tra l’altro vincendone diversi, è stato invitato da parecchi tecnici di livello nazionale ed internazionale, tra cui Claudio Ranieri, Sven Goran Eriksson, Serse Cosmi e Zdenek Zeman, dato che dagli anni Settanta ai Novanta è stato considerato uno dei più bravi valorizzatori di talenti. Contemporaneamente aveva aperto, e ha gestito a lungo, un negozio di articoli sportivi nella zona del Pontino.

Se sul piano strettamente tecnico i risultati più importanti li ha raggiunti in Serie C e in particolare ad Acireale ed a Siena, sul piano della soddisfazione personale il tecnico livornese ha legato il suo nome all’impresa sportiva ed umana da lui realizzata a Ribera, piccolo centro in provincia di Agrigento e luogo natale di Francesco Crispi, dove è entrato nella storia del calcio locale per aver condotto l’Atletico Ribera, formato da un manipolo di ragazzi del paese e dei dintorni, alle soglie della Serie D.

Succi era approdato in Sicilia nei primi anni Settanta in sostituzione di un altro livornese, Vasco Lenzi, di cui era stato secondo e al quale subentrò salvando l’Acireale. In seguito ebbe l’offerta dall’Atletico Ribera, allora in Promozione, quando la Promozione era la massima categoria regionale e il quinto livello del calcio nazionale. La squadra era composta da un gruppo di giovani promettenti che però dovevano ancora dimostrare tutto. Ebbene, alla guida del Ribera, mostrandosi in grado di trasformare quel gruppo di giocatori in un ottimo organico, Succi sfiorò la promozione in Serie D valorizzando alcuni calciatori che poi si sono affermati nel calcio professionistico, tra cui Salvatore Vullo, Pasquale Borsellino, Vincenzo Montalbano e Roberto Aliboni. In quel modo Succi è diventato una sorta di “eroe” del borgo siciliano. Tanto che due anni fa, in occasione della promozione in Prima categoria della squadra riberese, è stato invitato ai festeggiamenti, è stato premiato in Comune dal sindaco Carmelo Pace ed è stato omaggiato dai suoi ex giocatori, tra i quali Fofò Catanzaro, Nenè Lo Brutto, Lillo Di Mora, Totò Castelli, Ciccio Suraci e naturalmente il portiere Aliboni, che nei primi anni Novanta ha indossato anche la maglia del Livorno.

Succi, quando era in attività, è stato uno dei migliori formatori di calcio a livello nazionale. Tra i calciatori che sono stati suoi giocatori, oltre ai ragazzi del Ribera e in particolare oltre a Vullo che ha vestito anche la maglia azzurra della Nazionale italiana con Arrigo Sacchi, vanno ricordati Giuseppe Papadopulo, Andrea Prunecchi, Roberto Benincasa, Novilio Bruschini, Nevio Vinciarelli, Claudio Garzelli, Paolo Franzoni, Mauro Agretti e Silvano Ramacciotti, tutti giocatori che hanno militato in Serie A o B. Ed è proprio questa, forse, l’eredità più importante che, sul piano tecnico e sportivo, Ennio Succi, livornese di Antignano, lascia a quello che è stato il suo mondo, il mondo del calcio.