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tmw / milan / Editoriale
Perché Ibra deve rimanere anche da non giocatore. Milan maltrattato dagli arbitri: come intervenire. Se tifano per Braida rossonero, Elliott riflettaTUTTO mercato WEB
giovedì 27 febbraio 2020, 00:00Editoriale
di Franco Ordine
per Milannews.it

Perché Ibra deve rimanere anche da non giocatore. Milan maltrattato dagli arbitri: come intervenire. Se tifano per Braida rossonero, Elliott rifletta

“Prova a prendermi”. Mentre si allena tosto e determinato a Milanello, Zlatan Ibrahimovic compare sui social con la scritta “prova a prendermi”. È il segno che il capo-branco vuole ancora una volta dare l’esempio e suonare la carica. A me sembra che sia l’ennesima conferma del ruolo carismatico e trascinatore che lo svedese esercita nello spogliatoio e anche sul prato verde. Di qui il passaggio alla successiva riflessione, già espressa a più riprese in passato: uno così può servire al Milan per rialzare la testa sia da calciatore che da capitano non giocatore. Perché così funzionano le dinamiche all’interno di un gruppo di lavoro. Se c’è il leader, capace di esercitare carisma, gli altri lo seguono e provano a imitarlo come testimoniano le cento interviste seguite allo sbarco di Ibra a gennaio. Tra i tanti migliorati, è il caso di citare Castillejo e con lui –per dare a Paolo Maldini quel che è di Paolo Maldini- il pronostico firmato dall’ex capitano in tempi non sospetti, cioè all’atto dell’arrivo a Milanello dello spagnolo. “Sarà la sorpresa” disse Maldini. Fino a quando ha avuto davanti Suso si è segnalato per comparsate mai decisive e incolori. Adesso è diventato un esponente di spicco del nuovo Milan.

C’è un fronte sul quale il Milan di oggi e di domani deve impegnarsi molto di più rispetto a quanto ha fatto fin qui. È il fronte politico. Quello che sta accadendo in materia di decisioni arbitrali ha eguali solo con il periodo di Capello (rigori negati per chissà quanti turni) con la differenza che allora facevano il solletico allo squadrone quei torti mentre oggi e ieri l’altro, stanno modificando il corso della stagione. Credo che vi siano due episodi su tutti da segnalare: il rigore non dato da Orsato (dopo revisione al monitor) in Samp-Milan e quello dato da Calvarese (senza revisione) in Fiorentina-Milan e il rigore non dato in Udinese-Milan primo turno del campionato con intervento di Nicchi a davore dello sfondone arbitrale. Non solo. A firenze, per la prima volta Paolo Maldini ha alzato la voce e sollevato il velo sul conto degli arbitri. Pare che in privato gli arbitri al completo abbiano difeso la loro decisione. Ecco il punto: questo è un comportamento signorile, da stile Milan, elegante. Non serve quasi a niente. O si fa come Comisso che ha alzato un polverone e riscosso alla prima occasione, oppure si esercita un ruolo politico che faccia riflettere i fischietti prima di arrecare un torto grave al club rossonero. Credo che sia utile percorrere la seconda strada. E qui bisogna individuare un dirigente adatto all’incarico.

Mi ha molto colpito una frase recente di Giorgio Perinetti, un ds che ha molti anni di esperienza alle spalle e una conoscenza meticolosa delle qualità dei tanti suoi colleghi. Nel corso di un’intervista ha detto: “Auguro a Braida di tornare al Milan, so quanto ci tiene ai rossoneri”. È raro che un collega faccia pubblicità a un potenziale concorrente e lo faccia in modo così disinteressato. Perciò forse questo giudizio dovrebbe essere soppesato più che a casa Milan, dove non conoscono né uno né l’altro, ma dalle parti di Londra dove i criteri di arruolamento per il futuro devono rispondere ad alcuni requisiti. Braida li ha tutti, a dispetto dell’età che conferma la virtù dell’esperienza e della conoscenza della storia milanista.