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tmw / milan / Editoriale
Gattuso e gli altri: il clan degli incompresiTUTTO mercato WEB
© foto di Stefano Montesi
domenica 23 settembre 2018, 00:00Editoriale
di Fabrizio Tomasello
per Milannews.it

Gattuso e gli altri: il clan degli incompresi

Il day after dell’esordio in Europa League con la vittoria minimalista ottenuta sul campo dei dilettanti lussemburghesi del Dudelange ha aperto un nuovo fronte del dibattito "Gattuso si, Gattuso no" che sembra tenere banco da qualche settimana tra i tifosi del Milan. Confesso che mi aspettavo una maggiore apertura di credito da parte del popolo rossonero nei confronti del tecnico, non tanto per quanto fatto nella sua strepitosa carriera da calciatore, ma per quello che anche da allenatore Rino ha saputo dimostrare. 
Eppure le critiche di una nutrita frangia della tifoseria milanista, alcune effettivamente impietose, sembrano non tenere conto del fatto di per sè piuttosto rilevante che l’anno scorso Gattuso è arrivato al Milan a metà stagione, ha raccolto i cocci di una squadra letteralmente fatta a pezzi dal predecessore Montella e l’ha ricostruita dalle fondamenta. Prima restituendo ai ragazzi l’autostima necessaria per tentare una complicatissima rimonta, poi garantire una qualità di gioco più che apprezzabile e un’identità tattica ben riconoscibile, quindi conducendo la squadra in Europa League. Senza dimenticare la zona Champions virtualmente conquistata, considerato che il Milan gattusiano, nel periodo da dicembre a maggio, è arrivato dietro solo a Juventus, Napoli e Roma. 
Elementi sufficienti per consentire al tecnico calabrese di iniziare con fiducia una nuova stagione. E invece pronti via e subito una raffica di critiche. Prima quelle contro il Napoli per un atteggiamento troppo remissivo; poi contro la Roma per non aver chiuso prima la partita; poi per l’inconsistenza palesata a Cagliari e il risicato pareggio ottenuto in extremis; quindi per aver rischiato una clamorosa figuraccia al cospetto degli onesti dilettanti del Dudelange, battuti solo grazie ad un tiro di Higuain deviato da un difensore locale.
Lungi dal voler difendere a spada tratta Gattuso che non ha bisogno delle nostre prese di posizione, ma a questo punto urge qualche riflessione. Perchè è vero che il Milan in questo periodo iniziale della stagione, con i  pesanti carichi estivi evidentemente non ancora smaltiti del tutto, non sta sfoggiando brillantezza, lucidità e pulizia di manovra, ma è altrettanto innegabile che la squadra sta dimostrando di avere una propria identità e filosofia di gioco. Da affinare e perfezionare, ovvio, ma c’è. Una qualità importante che ad oggi, dopo 4 giornate di campionato, non tante big del nostro campionato posso vantare.

Gattuso, però, non è il solo ad essere apprezzato e stimato al di fuori dei cancelli di Milanello senza trovare un adeguato consenso tra i tifosi rossoneri. Un discorso simile può valere anche per Donnarumma e Suso. Il portiere, reduce da una straordinaria esperienza in nazionale durante la quale ha stupito il mondo con almeno 4-5 interventi da fuoriclasse nel doppio confronto con Polonia e Portogallo, è incappato in una serata storta a Cagliari, colpito a freddo dalla veloce e ficcante iniziativa dei rossoblu dopo appena 4 minuti di gioco e mai realmente impegnato dopo per potersi quindi rifare. È bastato questo per evocare antichi fantasmi e scatenare la rabbia di tanti tifosi rossoneri che ormai non accettano più certi cali di tensione da parte di un portiere da 6 milioni di euro l’anno.
E poi Suso. Anche lui a Cagliari non ha brillato, tutt’altro. La cosa che però spesso si tende a dimenticare è che anche quando gioca sotto tono, lo spagnolo è sempre l’uomo capace di creare occasioni e palle gol dal nulla. La sua rasoiata al 94’ avrebbe potuto regalare i tre punti al Milan e mettere a tacere tutte le polemiche, invece è stata neutralizzata da un Cragno ispiratissimo che ha strozzato in gola l’urlo liberatorio di tutti i rossoneri.
La morale di questa storia è che Gattuso, Donnarumma e Suso oggi rappresentano tre colonne portanti del nuovo Milan. Sarebbe bello se i tifosi del Milan si stringessero attorno ai calciatori rossoneri e al suo allenatore, anzichè metterli perennemente in discussione, perchè c’è un traguardo importante da raggiungere: la Champions League. Continuare a criticarli non contribuirà certo ai futuri successi del club.