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tmw / milan / Editoriale
Il Milan dovrà soffrire per raggiungere il quarto posto, per limiti tecnici prima che di mentalitàTUTTO mercato WEB
martedì 25 settembre 2018, 00:00Editoriale
di Alberto Cerruti
per Milannews.it

Il Milan dovrà soffrire per raggiungere il quarto posto, per limiti tecnici prima che di mentalità

Quattro indizi, cioè quattro partite di campionato, uno più di tre come sosteneva Agatha Christie, fanno una prova. E allora spiace constatarlo, ma la prova dice che questo Milan è sopravvalutato. Anche se per motivi diversi, è sopravvalutato esattamente come l’anno scorso. Allora una straordinaria - nel senso letterale del termine - campagna acquisti aveva illuso tutti, non soltanto i tifosi ma anche gli addetti ai lavori. Nessuno, ma proprio nessuno, metteva in discussione Montella che aveva avuto il merito di riportare il Milan in Europa, dopo tre anni passati a guardare le coppe degli altri in tv. Passate le feste per il sesto posto raggiunto dopo l’ultima partita contro il Bologna, con l’esordio dello sconosciuto diciannovenne Cutrone, si sognava come minimo, ma proprio come minimo, il quarto posto per rientrare nell’Europa più ricca e importante, della Champions League. Quest’anno, archiviato un altro e meno festeggiato sesto posto, nessuno ma proprio nessuno, come allora, mette in discussione Gattuso. Dopo l’addio ai misteriosi cinesi, con la complicità italianissima di Fassone, e soprattutto dopo il ritorno a casa di Maldini e poi Leonardo tutti hanno pensato a un nuovo grande Milan. Higuain è stato il grande colpo, Caldara il grande investimento per il futuro, con la restituzione alla Juventus di Bonucci, che qualcuno a Torino ha definito “una polpetta avvelenata”. Società seria, programmi chiari, il Milan ai milanisti e obiettivo dichiarato il quarto posto, con rinnovato entusiasmo. Tutto vero e tutto bello.

Peccato, però, che Maldini, Leonardo e neppure Gattuso vadano più in campo e peccato che il ritornello “Higuain non basta” inaugurato dopo l’amichevole dell’11 agosto a Madrid per spiegare l’onorevole sconfitta contro i tri-campioni d’Europa sia stato aggiornato troppe volte, fino all’ultima partita contro l’Atalanta. E allora ripensiamo serenamente alle quattro partite del Milan che hanno avuto un unico comune denominatore, al di là del risultato finale: la mancanza di continuità. O grandi partenze a Napoli e contro l’Atalanta, o grandi finali contro la Roma e il Cagliari. Morale: soltanto 5 punti, frutto di un’unica sofferta vittoria contro la Roma e di due pareggi con Cagliari e Atalanta, dopo la sconfitta inaugurale contro il Napoli. Mancanza di continuità certo, di mentalità anche, ma soprattutto di qualità di troppi giocatori. Musacchio, per esempio, non può essere diventato improvvisamente un campione, mentre in mezzo al campo ci sono più muscoli che fosforo e se poi Gattuso aggiunge anche quelli di Bakayoko a scapito della fantasia di Bonaventura la qualità non cresce. L’organizzazione, le idee e la voglia di giocare che Gattuso ha dato al Milan non bastano. Come non basta Higuain sempre troppo solo sotto porta, perché Suso è più portato al cross che al gol, mentre Calhanoglu con il suo numero 10 rimane il “Rivera del Bosforo” che si accende a intermittenza come le luci di un albero di Natale. E intanto la classifica si allunga e la corsa per il quarto posto si rivela più complicata del previsto. Perché un anno fa il Milan aveva 4 punti in più e poi sappiamo come è andata a finire.