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I canti di Roma. Lo spirito più importante dello Scudetto. Con l'elmetto...TUTTO mercato WEB
sabato 28 gennaio 2023, 00:00Editoriale
di Mauro Suma
per Milannews.it

I canti di Roma. Lo spirito più importante dello Scudetto. Con l'elmetto...

I tifosi che a Roma cantavano tutto il loro amore, i tifosi che mettevano il Milan e i colori rossoneri davanti ad uno 0-4 caldo caldo, davanti a tutti i sacrifici che avevano fatto e che dovevano ancora fare (in viaggio tutta la notte), i ragazzi Milanisti che pensavano a trasmettere, a incitare, a vibrare piuttosto che a criticare, esacerbare, drammatizzare.

Non possiamo ancora emotivamente dire che il Milan sia ripartito da lì, perchè domani la squadra è attesa da una durissima prova sul campo, con se stessa e con un avversario che certe partite sa sempre come interpretarle. Ma possiamo certamente dire che quei cori continui, tutti uniti, tutti abbracciati, tutti una sola e unica voce anche davanti alla batosta, sono ciò che deve essere il Milan, la prosecuzione plastica della filosofia dello Scudetto e degli ottavi di Champions, di uno spirito di gruppo che ha saputo essere più forte di qualsiasi giudizio sommario, di ogni cattiveria, di tutte le boccucce storte che abbiamo portato a spasso per tre anni a prendere tranvate. Picchiate pure, che tanto noi andiamo avanti uniti e contatti.

Lo hanno fatto i nostri ragazzi in campo per mesi e mesi, lo hanno fatto i ragazzi della Curva e tutti gli altri tifosi presenti davanti alla lezione di gioco che ci ha impartito la Lazio. Non è mica un particolare di poco conto, quello del settore ospiti in amore nonostante la sconfitta. Significa che l'esempio della squadra è ancora vivo, che la nostra energia è ancora nell'aria. E che con calma, con unità e compattezza, siamo in grado di tornare ad essere noi stessi. Perchè dopo i primi tempi di Lecce, Riad e Roma, è inutile stressare i nostri giocatori con obiettivi e tabelle, l'unica cosa che ci auguriamo succeda, passo dopo passo, è che i ragazzi colmino il divario fra quelle prestazioni e quello che loro sono realmente in grado di fare. Perchè il patrimonio di questa squadra, quello che ci ha regalato davvero, non sono solo gli obiettivi sportivi fino al titolo, ma la sua essenza, la sua anima, quella sua tendenza irrinunciabile a dare tutto, ad applicarsi, ad avere pazienza e resilienza che sono poi forza ed energia allo stato più puro.

Ho letto e incassato tanto. I difensori non sono sicuri perchè manca Maignan. Obietto: niente alibi, proprio perchè manca un fuoriclasse, bisogna essere tutti più attenti, più maniacali, più responsabili. Theo e Giroud sono tornati stanchi dal Mondiale: vero. E purtroppo gli infortuni di Ante e Ballo in quella dannatissima amichevole del 30 dicembre ad Eindhoven ci hanno impedito di farli rifiatare a Salerno. Gli infortuni sono troppi: vero, ma abbiamo sempre saputo attutirne e minimalizzarne gli effetti. Il mercato è stato fallimentare: ad oggi non ci ha dato una grandissima mano certamente, ma anche alla fine del girone d'andata del 2019 si dicevano le stesse cose. Eppure era il mercato di Theo, di Leao, di Bennacer, di Rebic, di Krunic. A proposito di mercato, la creazione di tensioni interne al Milan un tanto al tocco non la commento neanche. Tutta roba scontata e dozzinale.

Quello che ha scritto l'editorialista Alessandro Giudice, caro amico sempre totalmente in buona fede, merita invece di essere commentato. Dice, questo mercato ha interrotto il percorso di crescita. Rispondo: nessun mercato oggi inserisce facilmente giocatori nella squadra solida e strutturata che abbiamo visto per tanto tempo fino al minuto 87 dell'8 gennaio, Milan-Roma. E quindi, più cresci e più questo aspetto può starci. Dice, agli occhi della proprietà i pieni poteri chiesti da Paolo Maldini con il nuovo contratto hanno dato ebrezza ma rischiano di personalizzare i passi falsi. Dissento: al netto delle procedure, il mercato ultimo scorso è avvenuto con le stesse linee dei precedenti, non ci sono stati discostamenti. Con De Ketelaere abbiamo fatto la stesso operazione fatta con Tonali e Leao. Con Origi abbiamo ripetuto quanto fatto con Kjaer e così via. Poi, il resto è calcio, è campo, con tutte le sue fasi, i suoi momenti, le sue curve e i suoi tornanti.

Ma come linee guida mi sembra che ci troviamo nell'ortodossia di questi anni. Cosa che tra l'altro si era capita bene dalle parole di Ricky Massara prima di Lazio-Milan e di Paolo Maldini dopo Lazio-Milan, perfettamente coerenti con quello che è poi avvenuto su Zaniolo. Se si tratta di una opportunità tecnica ed economica, bene, altrimenti pace. Parole e dichiarazioni tutt'altro che sovversive e di sfida, ma di totale allineamento e di assoluto buon senso. Pensiamo al Sassuolo, che come sempre è l'unica cosa buona e giusta da fare. Con l'elmetto sempre a portata di mano.