
Il Giudizio Universale del Milan: la Coppa Italia a tutti i costi (che non salverà la stagione)
Il giudizio universale della Cappella Sistina, dove il conclave ci ha messo solo quattro votazioni per eleggere Papa Leone XIV, dista solo sette chilometri dallo stadio Olimpico di Roma dove, questa sera, ci sarà una sorta di “Giudizio Universale” per il Milan nella sua complessità. Perché di una cosa c’è unanimità di pensiero: l’eventuale vittoria della Coppa Italia può avvicinare la valutazione complessiva su livelli meno pesanti rispetto a quello che potrebbe essere sentenziato in caso di sconfitta. Non c’è via d’uscita, no way out direbbero gli americani, perché quel rettangolo verde e quel trofeo non possono e non devono essere falliti. Altrimenti il verbo fallimento sarà ridondante per lungo tempo. E la situazione potrebbe deflagrare definitivamente a livello ambientale, dove la recente intervista di Zvonimir Boban ha scosso ulteriormente le coscienze dentro il mondo dei tifosi.
Milan-Bologna: imperativo vincere
Non importa come, non importa se in maniera bella o brutta, l’unica cosa che importa è che il Milan vinca la coppa. Per dare respiro per qualche giorno al mondo, prima di tornare a quella che sarà la stretta attualità ovvero la decisione su direttore sportivo e sull’allenatore. Perché anche qui c’è un’antologia che si arricchisce costantemente di nuove puntate in attesa di una conclusione che, attenzione, potrebbe anche essere quella di non avere un direttore sportivo.
I risultati sportivi contano più di tutto
Vincere la Coppa Italia è un risultato sportivo, che è quello che conta più di tutto nel mondo del calcio. Perché se sei competitivo sul campo, lo diventi anche a livello economico-finanziario. E non è il contrario. L’equazione non è mai cambiata nel corso dei decenni e va applicata anche al Milan. Altrimenti si finirà a fare stagioni da dolori di stomaco, come la 2024-25.






