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Milan Futuro in Serie D: cronistoria e retroscena del fallimento progettualeTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 10:00Primo Piano
di Pietro Mazzara
per Milannews.it

Milan Futuro in Serie D: cronistoria e retroscena del fallimento progettuale

La retrocessione di Milan Futuro in Serie D è un fatto storico e rumoroso, perché per la prima volta nel calcio italiano, una seconda squadra scende nei dilettanti. Già sette anni fa il Milan aveva dovuto subire l’onta della retrocessione in Primavera 2 della sua Under 19, ma lì per lì quella situazione venne sistemata pur lasciando negli almanacchi la macchia. Quella di ieri sera è un’onta clamorosa, la certificazione di un fallimento programmatico di un’iniziativa nata sotto nefasti presagi già nella sua gestazione primordiale. Per capire quanto accaduto va riannodato il filo ad un anno fa, quando si respirava con grande entusiasmo la nascita di Milan Futuro.

Le prime crepe
In origine, il progetto della seconda squadra milanista era stato assegnato ad Antonio D’Ottavio come direttore sportivo, che si sarebbe distaccato dall’operatività al fianco di Furlani e Moncada per dedicarsi al 100% alla creazione di Milan Futuro. La scelta dell’allenatore era già stata fatta ed era ricaduta su Ignazio Abate, che tanto bene aveva fatto con la Primavera, portandola per due volte alla Final Four di Uefa Youth League, uscendo al primo anno in semifinale mentre, nella stagione 2023-24, divenne vicecampione d’Europa, battuto in finale dall’Olympiacos. Ma il profilo di Abate era perfetto perché conosceva bene il gruppo della Primavera che sarebbe poi stato promosso nella rosa di Milan Futuro e i giocatori sarebbero partiti da certezze importanti a livello di lavoro quotidiano. Invece l’avvento di Zlatan Ibrahimovic sul progetto Milan Futuro spariglia le carte. Abate viene fatto fuori poiché colpevole di non aver dato spazio in Primavera al figlio maggiore di Zlatan, Maximilian, e dopo il suo esonero arriverà anche quello di papà Beniamino, che nel mentre era diventato preparatore dei portieri della prima squadra femminile.

La cacciata di D’Ottavio
Ma oltre a quelli con Abate, Ibrahimovic ebbe una serie di scontri con D’Ottavio su diverse tematiche relative alla creazione e gestione di Milan Futuro e questa diversità di vedute saranno l’inizio di un rapporto sempre più difficile tra i due, con D’Ottavio impossibilitato nel recarsi a Milanello e alle partite di Milan Futuro e relegato ad un lavoro prettamente d’ufficio. In questo scenario, ecco emergere la figura di Jovan Kirovski, uomo di fiducia di Ibrahimovic, che viene messo a capo del progetto Milan Futuro, ma senza alcuna esperienza nel calcio italiano e in una categoria così difficile come la Serie C. Sarà proprio Kirovski a convincere Ibrahimovic, durante il viaggio di novembre a New York da Cardinale di quest’ultimo con Furlani e Moncada a spingere per l’allontanamento di D’Ottavio, che sarà formalmente esonerato. Così facendo, la squadra si è trovata priva di un importante punto di riferimento, visto che Kirovski non ha mai preso piede nel gruppo squadra (rare le volte in cui ha seguito MF in trasferta).

La mala gestio dei giocatori
La stagione, nel mentre, era stata avviata con Daniele Bonera in panchina, alla sua prima esperienza da capo allenatore. Ma anche qui non è chiara la linea societaria sul come dover sviluppare il progetto di crescita dei calciatori. Tanto è vero che nel corso dei mesi, Bonera si vede portare via in prima squadra (principalmente per fare numero) i vari Torriani, Bartesaghi, Zeroli, Jimenez e Camarda mentre Liberali non troverà una collocazione fissa, venendo sballottolato tra prima squadra, Milan Futuro e Primavera. Questo continuo via vai ha portato i giocatori a non trovare né continuità d’impiego in Milan Futuro né chance di livello in prima squadra, passando da uno spogliatoio all’altro dalla mattina per il pomeriggio. Vi sono tanti esempi di giocatori in panchina il sabato sera in prima squadra e poi costretti a viaggi notturni per giocare a 5-600 km di distanza, arrivando più stanchi che lucidi. Risultato? Non vi è stato nessuna crescita effettiva fatta eccezione per Jimenez, troppo forte per la Serie C e uno ad aver fatto il salto in prima squadra con minuti importanti giocati. Zeroli, a gennaio, è stato mandato il prestito al Monza dove sarebbe dovuto andare anche Camarda, poi trattenuto al Milan da Ibrahimovic. Tutto questo continuo tourbillon ha creato confusione dentro Milan Futuro, con i risultati sul campo che sono scarseggiati e, alla lunga, anche l’impossibilità di poter far fare ai tuoi talenti top le presenze necessarie per la post season. Non a caso, soprattutto Camarda, non hanno potuto giocare nei play out salvezza. Senza dimenticare la tempistica del cambio in panchina, con Bonera rimasto forse ogni limite e il casting tra Bollini, la promozione di Guidi dalla Primavera (Vergine non era d’accordo) e poi l’arrivo di Massimo Oddo, che ha fatto il massimo con quello che aveva ereditato, sotto tutti i punti di vista.

Costi da Serie B
E veniamo all’altra nota dolente, ovvero i costi sostenuti dal Milan per arrivare al fallimento sportivo. L’avviamento di Milan Futuro, tra tutto, è costato 12 milioni di euro, che poi sono diventati oltre 15 nel mercato di gennaio. Costi impressionanti per una Serie C se si pensa che con quei soldi c’è chi fa campionati di Serie B più che importanti. Anche qui, come in prima squadra, dovranno cadere delle teste al netto di eventuali ripescaggi e anche Milan Futuro dovrà ripartire da un direttore di categoria che sappia muoversi come si deve. Perché anche qui, il modello gestionale americano, ha fallito.