
Furlani (e Moncada): credibilità zero. Quali sono le cifre di Reijnders? Ok cedere Theo, Maignan invece no
Mi sembra indispensabile partire dalla vicenda Reijnders. Il primo appunto è il seguente: Moncada sull’argomento disse testuale “esclusa la cessione al 100%”. Ecco: sarà bene che non si ripresenti più a parlare ai microfoni perché la sua credibilità è finita sotto terra. Il secondo appunto è per l’ad Giorgio Furlani. Se intervistato prima di Milan-Monza e davanti alle telecamere, tutto teso, spiega a proposito di Reijnders: “Per come siamo messi non dobbiamo fare sacrifici” vuol dire solo una cosa. E cioè che la cessione di Reijnders non è necessaria, conti alla mano. Le successive correzioni, fatte trapelare dallo stesso ad, consapevole dell’ennesimo autogol clamoroso comunicativo fatto, non servono. La credibilità del manager è diventata pari a zero. Lui può rivolgere quella frase all’intermediario del City quando presenta la prima proposta indecente (45 milioni di euro), non ai milanisti e ai cronisti che ascoltano e che considerano la dichiarazione ponderata una rassicurazione. È bene che tutti e due, Furlani e Moncada, non si ripresentino a parlare perché le loro eventuali dichiarazioni, ai miei occhi, non avranno alcun valore.
Il balletto delle cifre- Anche sulle cifre assistiamo al solito balletto che soltanto un club con una comunicazione così poco presente (a proposito: la nuova responsabile del settore, Francesca Montini, è ancora chiusa nel bunker degli uffici?; ndr) può determinare. Secondo i media inglesi il prezzo della cessione al City è stato fissato a quota 60 milioni di euro più bonus, secondo Gazzetta sport la trattativa sarà chiusa a 75 milioni bonus compresi. Qualunque cifra arrivi dagli uffici di casa Milan abbiamo il dovere, oggi, di non credere perché già una volta -in occasione della cessione di Tonali- hanno fornito numeri smentiti dai dati ufficiali del bilancio. E se sbagli una volta, questo succede nella comunicazione, non sei più credibile anche se mi dovessi mostrare il contratto reale!
La svendita- Chi dall’estero volesse dare un’occhiata a queste prime tornate di calcio-mercato riferite al Milan, penserebbe che ci sia stata organizzata una “stravendita” per cambio di attività. Di sicuro se cedi la tua pedina più preziosa non hai a cuore il risultato ma soltanto il sano bilancio e allora ogni promessa, ogni discorso, persino l’incipit di Tare (“ripartire dai risultati”) perde valore. Aspetto di vedere come sarà ricostruita la squadra utilizzando quella cifra ma non penso che sarà possibile fare acquisti di valore, specie sul mercato italiano, visti i primi orientamenti (Cambiaso e Ricci).
THEO sì, MIKE no- Capisco e condivido la cessione di Theo Hernandez: se è arrivato al punto da mandare in crisi anche gli affetti, vuol dire che è successo qualcosa di molto particolare durante la stagione a livello professionale e privato. Il suo rendimento è stato scadente. Sostituirlo non sarà facile. E anche il profilo Cambiaso non mi convince fino in fondo. Condivido l’idea di italianizzare la rosa ma senza impoverirla troppo. Su Maignan si sconta il ritardo col quale è stato prima trattato il rinnovo e poi interrotto il dialogo a dispetto del solito Moncada che in una intervista dichiarò “siamo a buon punto”. Si può cederlo al Chelsea anche se per Allegri è un punto fermo ma così si smonta l’impalcatura e pensare allo spilungone del Toro mi sembra un rischio tecnico.
MODRIC- Il suo arrivo non copre la voragine aperta dalla partenza di Reijnders: è bene chiarirlo. Può servire perché -come dissi l’anno scorso di questi tempi- c’era bisogno di leader dentro lo spogliatoio e in campo dopo la partenza di Giroud e Kjaer.
Avviso a ds e tecnico. Chiudo con Allegri e Tare: attenti a non farvi coinvolgere in un frenetico repulisti perché l’anno scorso il Napoli con Conte ha dimostrato che- motivati e rivitalizzati- gli stessi protagonisti del 10mo posto precedenti sono arrivati primi!






