
ESCLUSIVA MN - Processo "Doppia Curva", parla l'avvocato della Sud: l'intervista
Martedì pomeriggio è attesa la sentenza di primo grado per quanto concerne il processo "Doppia Curva" che verrà pronunciata nell'aula bunker del carcere di San Vittore. Abbiamo intervistato l'avvocato Jacopo Cappetta, legale degli imputati della Curva Sud, che per la prima volta nel corso di questi mesi ha concesso un lungo dialogo per spiegare la situazione dal loro punto di vista.
Avvocato, ci siamo. Martedì arriverà la sentenza di primo grado per il processo “Doppia Curva”: come vi siete mossi a livello difensivo per rispondere alle accuse del pm? Il reato più grave, che ha portato anche a diverse restrizioni come i divieti a striscioni e bandiere, è che “Curva Sud Milano” sia un’associazione a delinquere. Cosa ci vuole dire in merito?
“Abbiamo svolto una vasta attività di indagine difensiva, sentendo numerosi testimoni che hanno illuminato sotto tutti i profili la gestione di Curva Sud degli ultimi 15 anni, abbiamo depositato tantissime chat estrapolate dal telefono di Luca Lucci che gli investigatori non avevano valorizzato e che delineano un quadro del tutto opposto a quello ipotizzato dall’accusa. la maggior parte degli elementi decisivi alla nostra tesi difensiva deriva dai testimoni sentiti dagli inquirenti e dalle intercettazioni, correttamente valorizzate in un quadro complessivo insieme agli elementi prodotti da noi, una lettura unitaria che esclude radicalmente che la curva del Milan abbia mai costituito un’associazione per delinquere”.
Perché, a suo modo di vedere, Curva Sud è stata trattata alla stregua di Curva Nord pur non essendoci reati che si rifanno all’ambiente stadio?
“Ritengo che sia frutto di una suggestione iniziale e dalla scarsa conoscenza del contesto. l’indagine è nata dall’omicidio Boiocchi, un fatto indubitabilmente grave che ha spinto la Procura a decidere di muovere una forte controffensiva verso il mondo ultra, poi sono stati monitorati pochi rapporti fisiologici tra le due curve legati al patto di non belligeranza che esiste dal 1982. Il patto è uno degli esempi della carenza di conoscenza del contesto all’epoca delle indagini: gli investigatori avevano ipotizzato trattarsi di una riunione svolta nel 2023 con la finalità di fare affari insieme, niente di più lontano dalla realtà. Sul punto le indagini del Pm e della difesa, e il contributo fornito dal leader di Curva Nord Andrea Beretta che da novembre 2024 collabora con la giustizia, ha del tutto escluso qualsiasi coinvolgimento di Curva Sud negli affari tangenziali allo stadio che Beretta aveva gestito con altri tifosi nerazzurri: parcheggi, baracchini, merchandising e concerti, estorsioni extraterritoriali e rivendita di biglietti”.
Come valuta i rapporti tra Curva Sud e lo SLO del Milan in questi anni?
“Sul punto oltre a essere interrogato tre volte proprio lo Slo- che ho conosciuto personalmente ed è una persona dotata di competenze e professionalità di assoluto livello nel settore- sono state acquisite diverse intercettazioni. I rapporti oltre che corretti e sempre rispettosi delle regole imposte, sono risultati particolarmente proficui nell’ottica di una condivisione di intenti che ha portato il Milan ad avere il sostegno incondizionato della curva obiettivamente più bella, unita, calorosa ma anche corretta d’Europa. I tifosi rossoneri, nell’ambito di questa fisiologica interlocuzione con la società, non hanno mai travalicato i limiti ed hanno manifestato una notevole maturità e crescita, direi un vero e proprio esempio per il mondo ultras. Voglio sottolineare che il Pubblico Ministero ha prodotto una sentenza riferita alla curva della Juventus, in cui alcuni membri erano stati condannati per associazione ed estorsione in relazione a numerosi episodi di intimidazioni allo slo, nonché la sentenza che pur avendo assolto alcuni tifosi milanisti fuori dalla curva ormai da 15 anni ( si tratta degli anni 2006-2007, prima della nascita di Curva Sud e dell’assunzione del ruolo di responsabile di Luca Lucci) dal reato di associazione condannandoli per estorsione, aveva fotografato condotte di minaccia alla società Milan per ottenere trattamenti di favore nella concessione dei ticket. Inutile dire che si tratta di due realtà del tutto antitetiche a quella rappresentata dal nuovo corso della Curva Sud tracciato dal direttivo il cui responsabile è Luca Lucci dal 2010”.
Nella sua arringa finale ha toccato molti punti per smontare le accuse: quali sono i punti cardine che ha usato?
“Non abbiamo omesso nessuna prova, mettendo a sistema una mole enorme di dati acquisiti nel corso di diversi filoni di indagine dal 2018 al 2024. Da un lato abbiamo introdotto tantissime prove che hanno dimostrato quale fosse davvero la gestione di curva sud, sia nei rapporti con le istituzioni, sia rispetto all’assenza di finalità violente, sia documentando costante attività benefiche e di utilità sociale. Dall’altro lato abbiamo disarticolato l’impostazione dell’accusa, dimostrando come gli episodi di violenza attribuiti ad alcuni ultras, che si sono in effetti verificati, sono stati del tutto estemporanei, non preventivati, estranei al perimetro ed alla gestione della curva, e mai voluti né avallati dai responsabili della tifoseria, che hanno sempre avuto un approccio e una gestione improntata alla non violenza. Insomma, tutti fatti non riconducibili ad un programma indeterminato volto alla commissione di delitti in ambito ultras, e dunque del tutto estranei ai requisiti per contestare un’associazione per delinquere”.
Si aspetta una sentenza favorevole?
“Questo processo non ha lasciato spazi in ombra, abbiamo dimostrato tutto e lo sforzo delle parti (accusa e difesa) ed il notevole impegno del Giudice che ha dimostrato di voler acquisire ogni elemento di prova utile dando il massimo spazio ad entrambe le parti gestendo il processo con il massimo scrupolo ed attenzione, mi porta senza dubbi a vedere un solo esito: l’assoluzione dei membri di curva sud dal reato di associazione, ed eventualmente condannare i singoli imputati per i singoli episodi come detto non correlati fra loro e del tutto slegati dalla vita della curva”.
Questa sentenza, se fosse positiva, potrebbe portare alla fine dei divieti di molti dei simboli legati alla Curva?
“Una sentenza positiva dovrà necessariamente portare alla revoca dei divieti, la cui effettiva origine risulta peraltro a tutt’oggi non ben definita. Peraltro anche a prescindere dalla sentenza non trovo una razionale e comprensibile giustificazione al divieto di introduzione degli striscioni ad una tifoseria intera che rappresenta ottomila persone”.
Cosa pensa della posizione del Milan?
“Mi duole molto dover riconoscere che il Milan ha tenuto un atteggiamento privo di ogni ragionevolezza, aderendo asetticamente alla tesi dell’accusa con argomenti del tutto incoerenti rispetto alla realtà dei rapporti intessuti con la tifoseria negli ultimi 15 anni, improntanti ad una costante evoluzione positiva, che ha portato curva sud a fondare due Milan Club, associazioni legalmente riconosciute con cui il Milan si è confrontato con reciproca soddisfazione. La costituzione di parte civile ha trasmesso un messaggio che si discosta totalmente dalla realtà dei fatti, arrivando a sostenere, con un atteggiamento di contraddittorietà manifesta, che la società avrebbe patito danni di immagine in ragione dell’accostamento fra la curva sud ed il Milan. Lo stesso Milan che sul suo sito internet nella pagina dedicata alla vendita dei ticket- come ho ampiamente documentato- pubblica immagini delle coreografie della curva, finanche del simbolo curva sud”.







