
Merci pour tout, Theo: dopo 6 anni la separazione, dolorosa per tutti
Dal suo arrivo al Milan nella stagione 2019/20, Theo Hernández ha saputo diventare uno dei volti più riconoscibili della rinascita rossonera. Lo certificano i numeri: secondo Opta, nessun difensore ha inciso di più in Serie A negli ultimi anni. Ben 55 partecipazioni a gol — 31 reti e 24 assist — a testimoniare un talento fuori dal comune per un terzino.
Ma se i numeri non mentono, neppure le sensazioni vanno ignorate. E quelle, purtroppo, raccontano di un rapporto che negli ultimi mesi si è incrinato. La passata stagione è stata emblematica: errori tecnici insoliti, qualche nervosismo di troppo, ma soprattutto un crescente distacco, figlio anche delle difficoltà con i due allenatori che si sono avvicendati, Fonseca prima e Conceiçao poi. Un ambiente che non è più il suo, e una maglia che sembra ormai pesargli più di quanto riesca a esaltarlo.
Nonostante tutto, Theo ha chiuso l’annata con numeri di rispetto: 5 gol e 6 assist, che in una squadra in transizione non sono affatto pochi. Ma si è avuta spesso la sensazione che fosse un Theo al 50%, lontano parente di quel trascinatore ammirato nelle stagioni dello scudetto e della cavalcata europea.
Con un pizzico di amarezza, e se volete delusione, è giusto dirlo: per lui e per il Milan, è arrivato il momento di separarsi. Non per colpe o rancori, ma per rispetto di un ciclo che si è chiuso. Un Theo motivato, in un nuovo contesto, può tornare a essere uno dei migliori terzini d’Europa. Al Milan, serve ora un profilo nuovo, che porti entusiasmo e che sposi il progetto con la fame che Theo aveva al suo arrivo.
Sarà un addio doloroso, per i tifosi e per il club. Ma a volte, per crescere, bisogna saper salutare chi ti ha dato tanto. Mercì, Theo.





