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L'anticipo di Galli - Serve un attaccante? Che sia un top, oppure nienteTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Filippo Galli
per Milannews.it

L'anticipo di Galli - Serve un attaccante? Che sia un top, oppure niente

C’è una strana narrativa intorno al Milan, e non sono il primo a notarlo. Dei rossoneri si parla spesso come di un’eterna incompiuta, di un cantiere aperto, di un mosaico con qualche tessera mancante, di un intruso in prima classe (dove dovrebbero stare i veri squadroni, Inter e Napoli) e quindi perennemente a caccia di nuovi giocatori. Se il proverbiale marziano atterrasse oggi sulla terra e leggesse qualchee articolo sulla nostra squadra si farebbe l’idea che se non siamo ultimi in classifica poco ci manca. E invece il Milan, per quello che può contare a dicembre, in classifica è primo. Misteri dello storytelling. 

Detto questo, anche noi che del Milan siamo giustamente orgogliosi possiamo legittimamente chiederci in quali aspetti si possa migliorare, tenendo conto che ogni azione compiuta da una società di calcio ha, nel breve, medio o lungo termine, dal marketing alle politiche commerciali, dalla comunicazione all’organizzazione, una ricaduta sull’area tecnica, il cuore della sua attività.  Pertanto, partendo da questo presupposto mi sembra chiaro che la tribolata vicenda della partita contro il Como e la definitiva decisione di non giocarla a Perth sia una scelta decisamentemigliorativa (forse eravamo su scherzi a Perth!).

Ora veniamo a ciò che si può considerare un intervento diretto in ambito tecnico: provare, nel cosiddetto mercato di riparazione, a “riparare” (appunto) agli errori commessi in quello estivo. O, se di errori non vogliamo parlare, a invertire alcune dinamiche della finalizzazione del gioco che non sono andate come ci si aspettava. In altri termini, al Milan è mancato il centravanti da doppia cifra, il cannibale d’area di rigore che trasformi in goal ogni occasione o quasi. A questo punto, le strade possono essere due: andare forte sul mercato, con la forza e la volontà di investire tanto, molto, su un attaccante. E dico “investire”, perché un attaccante davvero forte si ripagherebbe in termini di risultati sportivi, a partire dalla partecipazione alla prossima Champions’ League e quindi di nuovo in termini economici, e così via. Oppure, al contrario, dichiarare con chiarezza adamantina che Gimenez e Nkunku saranno gli attaccanti con cui Allegri dovrà realizzare il sogno che il popolo rossonero ha ancora qualche paura a dichiarare, o quantomeno perseguire l’obiettivo dichiarato di arrivare fra le prime quattro.

L’importante è che la comunicazione sia chiara e decisa, incontrovertibile, impermeabile alle voci che continuerebbero ad arrivare dai media di vario tipo, i quali per ovvie ragioni di visibilità hanno tutta la convenienza a mettere in giro notizie per lo più infondate (e che le notizie siano infondate, per non dire inventate, lo dimostra il fatto che ogni testata, ogni giorno, attribuisce al Milan un nome diverso come obiettivo di mercato). Una scelta di questo tipo avrebbe l’effetto di proteggere i giocatori coinvolti, facendo sentire la piena fiducia di staff e management fino alla fine del campionato. E avrebbe anche una funzione di trasparenza e di onestà nei confronti dei tifosi, tutelati anch’essi da voci che possono essere ora illusorie, ora fastidiose. 

È un’utopia in questo mondo dominato dai social e dalle fake news destabilizzanti? Forse. Ma perché non provarci, se si vuole essere un club che scrive regole nuove, nello stadio come nella comunicazione? Aggiungo che l’inserimento di nuovi giocatori richiede, generalmente, del tempo e spesso gli interventi a stagione in corso si sono rivelati fallaci: ribadisco, quindi, che solo un’operazione di altissimo livello varrebbe l’investimento in denaro e in lavoro.

Restando nell’ambito tecnico, se consideriamo l’affidabilità dei portieri e l’eccelsa qualità del centrocampo, che finalmente può annoverare anche Jashari, completamente recuperato, il reparto che andrebbe completato è quello difensivo. A oggi, chi ha sostituito i tre titolari - Gabbia, Pavlovic e Tomori - ha destato qualche perplessità o almeno non ha convinto pienamente. In caso di emergenza, una soluzione potrebbe essere l’arretramento nel ruolo di braccetto di sinistra del giovane Bartesaghi, considerando il suo continuo trend di crescita e il suo fisico imponente.

Un’altra area di miglioramento è quella psicologica. Max Allegri ha dato solidità difensiva alla squadra senza privarla delle necessarie opportunità offensive. Occorre ancora qualcosina dal punto di vista mentale, dell’approccio alle partite, per non lasciare punti per strada o dover compiere imprese come quella contro il Torino, ma sono certo che si stia lavorando in questa direzione.

Insomma, se si vorrà intervenire sul mercato lo si dovrà fare per un’attaccante che non lasci spazio a dubbi riguardo le sue doti realizzative e al suo inserimento: non faccio nomi, ma ripeto che deve essere un top; altrimenti non avrebbe senso “incasinare” (passatemi il termine) l’ottimo lavoro di Mister Allegri, che si manifesta sul campo, ma che prende forma e forza in ogni istante vissuto dalla squadra a Milanello.