Freddy Adu, meglio di Messi e Cristiano Ronaldo. Almeno nelle migliori intenzioni

Freddy Adu è stato un talento generazionale. Nel senso che per una generazione sembrava ci fosse la possibilità di vedere uno statunitense come il migliore giocatore del mondo, in un'epoca comunque successiva al Mondiale di USA 1994. Perché Adu sembrava davvero un predestinato, visto che nel 1999 l'Inter voleva acquistarlo ma nel 2002, a solamente tredici anni, firma il primo contratto con la Nike per un milione di euro. Dopo il basket, con Michael Jordan, il brand era intenzionato a fare la stessa cosa nel calcio, ponendosi come metro di paragone per chiunque avrebbe cercato di inserirsi nel mercato. Non sarà un grande investimento.

Adu era arrivato negli Stati Uniti grazie alla lotteria della green card, che aveva permesso ai suoi di arrivare dal Ghana. Una storia che sembrava da film, come le migliori di Charles Dickens, solo in chiave moderna. Ancora (molto) minorenne gira uno spot con Pelè, finisce al David Letterman Show, viene considerato come l'astro nascente del calcio globale.

Invece sarà una vera e propria delusione. Undici presenze e tre gol con il Benfica - neanche male, verrebbe da dire - poi Monaco, Belenenses, Aris Salonicco, Çaykur Rizespor prima di tornare negli States. Niente Barcellona, niente Manchester United o Juventus, oppure Real Madrid e Bayern Monaco. Oggi Freddy Adu compie 36 anni.