
Rivera: "Mai considerato perché dico ciò che penso. Gravina? Lo chiamai e non rispose"
È un fiume in piena Gianni Rivera, intervistato questa mattina da Libero, nel parlare dei temi legati al calcio italiano iniziando dal Milan: "Perché non mi ha mai preso in considerazione? Ho dato forse fastidio perché non mi sono mai tenuto in bocca le parole che il mio cervello pensava. E non mi parli del Milan americano. Gli americani non sanno ancora molto di calcio. Paolo Maldini l’hanno addirittura mandato via".
Si riconosce ancora in questo calcio?
"Per niente. Mai soldi comandano e si costringono i giocatori che, però non si ribellano, a questi tour de force. Ai miei tempi, insieme a Mazzola, Bulgarelli e ad altri colleghi fondammo il sindacato proprio per tutelare i giocatori e assicurare diritti che prima non avevano".
Da sempre a lei hanno dato fastidio i vertici in Figc?
"Non essendo appunto un “manovrabile” sono stato tenuto ai margini. Ho avuto ruoli federali solo quando presidente era Abete. Gravina? L’unica volta che ho cercato di contattarlo per capire se potevo essere utile alla nazionale non mi ha neppure risposto".
Caso Acerbi: a lei non è mai venuta la tentazione di non rispondere a una convocazione?
"Mai. Mi presentavo sempre anche se, poi, venivo tenuto fuori per scelte diciamo discutibili. Nella staffetta in Messico con Mazzola ci furono pressioni strane".
Lei debuttò 15enne nell’Alessandria, Camarda al Milan sta ad ammuffire in panchina.
"Oggi sarebbe impossibile mettere in campo un 15enne, almeno qui in Italia. Non si vedono più i Rivera, i Totti ed e Del Piero perché non giocano. Ci sono ma comandano i procuratori, ceh fanno soltanto il proprio bene. E talvolta il male del calcio".
Cosa auguriamo all’Italia di Gattuso?
"Il prossimo anno ci sono i Mondiali e la partita inaugurale si gioca proprio all’Azteca di Città del Messico. Non aggiungo altro. Io dal divano di casa posso solo inviare un enorme in bocca al lupo alla Nazionale. Che non ho mai dimenticato".
Si riconosce ancora in questo calcio?
"Per niente. Mai soldi comandano e si costringono i giocatori che, però non si ribellano, a questi tour de force. Ai miei tempi, insieme a Mazzola, Bulgarelli e ad altri colleghi fondammo il sindacato proprio per tutelare i giocatori e assicurare diritti che prima non avevano".
Da sempre a lei hanno dato fastidio i vertici in Figc?
"Non essendo appunto un “manovrabile” sono stato tenuto ai margini. Ho avuto ruoli federali solo quando presidente era Abete. Gravina? L’unica volta che ho cercato di contattarlo per capire se potevo essere utile alla nazionale non mi ha neppure risposto".
Caso Acerbi: a lei non è mai venuta la tentazione di non rispondere a una convocazione?
"Mai. Mi presentavo sempre anche se, poi, venivo tenuto fuori per scelte diciamo discutibili. Nella staffetta in Messico con Mazzola ci furono pressioni strane".
Lei debuttò 15enne nell’Alessandria, Camarda al Milan sta ad ammuffire in panchina.
"Oggi sarebbe impossibile mettere in campo un 15enne, almeno qui in Italia. Non si vedono più i Rivera, i Totti ed e Del Piero perché non giocano. Ci sono ma comandano i procuratori, ceh fanno soltanto il proprio bene. E talvolta il male del calcio".
Cosa auguriamo all’Italia di Gattuso?
"Il prossimo anno ci sono i Mondiali e la partita inaugurale si gioca proprio all’Azteca di Città del Messico. Non aggiungo altro. Io dal divano di casa posso solo inviare un enorme in bocca al lupo alla Nazionale. Che non ho mai dimenticato".
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