
Plizzari: "Milan, che ricordi la prima volta in prima squadra. L'addio mi è dispiaciuto"
Alessandro Plizzari, portiere del Venezia che ha giocato questa stagione in prestito al Pescara, ha rilasciato una lunga intervista nella quale ha parlato anche dei suoi anni al Milan dove è cresciuto calcisticamente. Ecco le sue parole a SportWeek: "Il ricordo più bello in rossonero? La prima volta in prima squadra. Avevo la pubalgia, ero in palestra e Giorgio Bianchi, preparatore dei portieri, mi dice: 'Appena hai finito, vieni da me'. A quel punto vado nello spogliatoio, mi cambio e mi affaccio alla finestra per sbirciare, cercando di capire dove fosse. E chi vedo sul centrale? Lui, Abbiati, Diego Lopez e Donnarumma. Non riuscivo a uscire. Mi avvicinavo alla porta, poi dicevo 'no, ma dove vai!'. Alla fine prendo coraggio e vado. Il risultato? Non riuscivo a fare una presa giusta che sia una, troppa emozione.
La prima convocazione in Serie A a 16 anni per Milan-Udinese? Ricordo la maglietta con il mio nome, gli odori, l’ansia in spogliatoio. Non ci credevo: fino al giorno prima tutto quello lo vedevo in televisione, poi tutt’a un tratto ero parte di quella cosa lì. Cosa penso se mi dici Bournemouth? Rispondo pioggia, un classico per l’Inghilterra, e... quella parata lì. Non me la dimenticherò mai. Entro nel secondo tempo, arriva un cross, c’è un colpo di testa e in quel momento mi trovavo più o meno in mezzo alla porta. Mi dico 'provaci, vai'. Beh, sono andato e l’ho presa. Era la prima partita con il Milan dei grandi. Un’amichevole, sì, ma quella era l’opportunità più importante della mia vita.
L'addio al Milan nel 2022 dopo 17 anni? Sicuramente mi è dispiaciuto perché con quei colori ci sono cresciuto. Però non l’ho mai vissuta come una delusione, bensì come un’opportunità per percorrere una strada diversa da quella che avevo seguito fino ad allora. La mia strada. Mi sono messo in gioco, e credo sia stata la scelta giusta da fare".
La prima convocazione in Serie A a 16 anni per Milan-Udinese? Ricordo la maglietta con il mio nome, gli odori, l’ansia in spogliatoio. Non ci credevo: fino al giorno prima tutto quello lo vedevo in televisione, poi tutt’a un tratto ero parte di quella cosa lì. Cosa penso se mi dici Bournemouth? Rispondo pioggia, un classico per l’Inghilterra, e... quella parata lì. Non me la dimenticherò mai. Entro nel secondo tempo, arriva un cross, c’è un colpo di testa e in quel momento mi trovavo più o meno in mezzo alla porta. Mi dico 'provaci, vai'. Beh, sono andato e l’ho presa. Era la prima partita con il Milan dei grandi. Un’amichevole, sì, ma quella era l’opportunità più importante della mia vita.
L'addio al Milan nel 2022 dopo 17 anni? Sicuramente mi è dispiaciuto perché con quei colori ci sono cresciuto. Però non l’ho mai vissuta come una delusione, bensì come un’opportunità per percorrere una strada diversa da quella che avevo seguito fino ad allora. La mia strada. Mi sono messo in gioco, e credo sia stata la scelta giusta da fare".
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