
Il paradosso di Dusan Vlahovic: entra, segna e decide. Quando inizia fa molta fatica
Quattro degli ultimi cinque gol segnati da Dusan Vlahovic sono arrivati dalla panchina. La Juventus si è affidata, nell'ultima partita contro l'Inter, al centravanti serbo, rimasto però a secco (di reti e quasi di occasioni) nonostante la buona vena dimostrata nel corso delle prime settimane di questa stagione. Due gol in tre partite, cinque in sette considerando tutte le amichevoli. Ecco, proprio contro i nerazzurri poteva esserci la prova del nove, quella determinante per capire cosa ne sarà dell'attaccante.
Prova fallita, a dir la verità. Diversamente a quando entra ha dimostrato meno cattiveria, forse perché convinto che prima o poi la palla giusta possa arrivare ogni partita. Nelle prime due se l'è andata a cercare, sia con il Parma che con il Genoa. Probabilmente essere messo in certe condizioni - cioè quelle di dovere dimostrare il proprio valore, non per forza ma per conquistare qualcosa - lo stimola ancora di più rispetto al ritrovarsi titolare fisso e senza alternative. Tudor invece i possibili cambi li ha: da David a Openda.
È una sorta di paradosso. Perché Vlahovic è il più pagato, andrà a scadenza la prossima stagione e diversi club potrebbero essere interessati a lui. Certo è che la Juve dovrà "ricomprarlo" se vorrà rinnovargli l'accordo. A patto che incominci a segnare anche dal primo minuto.
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