Milan, è stata la mano di Max: Tomori, Gabbia, Pavlovic. Stessi giocatori, altro rendimento

Se i campionati li vincono le difese, il Milan di Massimiliano Allegri è partito che meglio non avrebbe potuto. Dopo cinque giornate di Serie A, i gol incassati dai rossoneri sono appena tre: ne ha subiti meno (appena uno) soltanto la Roma di Gian Piero Gasperini, che infatti condivide con il Milan il primato e però fatica molto di più a segnare (cinque gol all’attivo contro nove). E se la difesa è questione di squadra, colpisce quanto alcuni singoli sembrino rivitalizzati dalla cura Max. La fotografia è la rete del raddoppio sul Napoli ieri sera: Strahinja Pavlović, per tutta la scorsa stagione un enigma irrisolto, è abbastanza in fiducia da prendere palla e sgommare sulla sinistra, servendo il pallone che Fofana ammorbidisce in assist per Pulisic. Non sono le skills offensive, ovviamente, a determinare il giudizio su un difensore, ma è un’azione sintomatica del diverso approccio di tutto il Milan, e soprattutto della sua retroguardia. Da quando è arrivato, del resto, Allegri ha cercato di restituire certezze a una squadra reduce da una stagione troppo deludente per essere vera, e soprattutto costellata di episodi legati a una complicata gestione dello spogliatoio. In questi primi scampoli di campionato, i giocatori più impiegati da Max sono proprio i tre centrali (più Saelemaekers, del resto fondamentale proprio per gli equilibri difensivi): 595 minuti complessivi Fikayo Tomori, 552 il già citato Pavlovic, 540 Matteo Gabbia. Nessuno dei tre è un nuovo acquisto: sono gli stessi che l’anno scorso arrancavano in una squadra che prima difendeva a quattro, poi a tre e infine ha chiuso nuovamente a quattro. Oggi sembrano dei giocatori completamente diversi, e su di loro il Milan basa il proprio fortino, con qualche apprensione legata alla prossima con la Juve per le condizioni di Tomori.