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Buffon su Spalletti: "Scelta migliore per la Juve. Tudor? Poca empatia con la dirigenza"TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 08:38Serie A
di Daniele Najjar

Buffon su Spalletti: "Scelta migliore per la Juve. Tudor? Poca empatia con la dirigenza"

Il capo delegazione della Nazionale Italiana, Gianluigi Buffon, ha parlato al podcast di "Viva el futbol" di alcune tematiche sia del proprio futuro, che dell'attualità legata agli azzurri ed alla Serie A. Queste alcune delle sue considerazioni. Su ciò che gli piacerebbe fare nel proprio futuro, ha svelato: "Mi piacerebbe diventare responsabile della parte sportiva di una società. Se non precludo niente al di fuori di Juventus e Nazionale? No, non precludo niente perché se voglio fare il professionista non posso fare preclusioni, a meno che non sia una scelta che vada in contrasto totale con quelli che sono i miei valori e il mio passato. Se vuoi essere professionista e lavorare è giusto che tu prenda in considerazione qualsiasi impegno". Sulla scelta di rimanere dopo l'Europeo: "C'erano dei dubbi che nutrivo come normale che sia dopo una delusione. La forza della squadra innanzitutto mi ha convinto: abbiamo ragazzi di grande valore. Poi in un momento di grande confusione abbiamo avuto la forza di dimostrare che abbiamo una indipendenza per fare delle scelte che all'inizio possono andare in controcorrente o che possono essere viste in maniera storta. Questo è il modo migliore per fare calcio, poi non è detto che uno faccia le scelte migliori, ma magari le più giuste. Il mio ruolo? Non sono il classico capo delegazione come Riva o Vialli, ho qualche mansione in più che riguarda il campo. In 30 anni a certi livelli qualcosa di utile per una società o una Nazionale me la sono portata dietro". Sulla scelta di Gennaro Gattuso come ct della Nazionale: "Una scelta spontanea, istintiva. Ranieri, quando sembrava dovesse venire, ha fatto valutazioni secondo me anche giuste sulla sua vita, sul suo passato, presente e futuro e non se l'è sentita di aderire al progetto. Allora c'erano 4-5 nomi. In certi momenti al di là del nome e del curriculum, se uno ha una certa sensibilità e capisce il gruppo con il quale lavora, allora capisce che ci sono allenatori più funzionali ad una certa squadra. Non migliori o peggiori, ma più funzionali. Al Presidente è piaciuta subito questa idea e sono convinto che sia stata la scelta più giusta. Non significa aver risolto tutti i problemi". Sulla sfida alla Norvegia: "Non sono né sorpreso né contento: quello che pensavo, lo sto vedendo. Facendo delle piccole analisi, questa è la risultante di quella scelta. La sfida con la Norvegia, al di là che possa valere poco per la classifica, vale tanto per avere autorità nell'andare a prenderci quello che vogliamo a marzo". Sull'esonero di Spalletti dalla Nazionale: "Cosa non ha funzionato? L'unica cosa che non ha funzionato bene e nella quale la squadra non si è espressa bene secondo me è stata all'Europeo, fin lì c'erano state risposte buone, anche nella sfida all'Ucraina. Qualcosina all'Europeo da rivedere probabilmente c'era, ma lui questo lo riconosce. Poi si è ripartiti con uno spirito nuovo e secondo me Spalletti ha fatto un anno giustissimo, da tutti i punti di vista. Secondo me l'epilogo è stato frutto esclusivamente di una sfortuna nel calendario. La prima partita è stata come una finale, che vale tutto, contro una delle squadre più in forma d'Europa. Con 5 giocatori che arrivavano da 5 'sveglie' della finale di Champions di tre giorni prima, poi con 2-3 assenti. La perdi in modo rovinoso, ma avevi veramente poche armi. Essendo così delicata ed avendola persa in quel modo, penso che abbia giocato un ruolo importante". Parlando della situazione della Juventus, ha spiegato: "Era partita bene, non so quanto convinta del progetto. Vedendo la scelta fatta qualche giorno fa (l'esonero di Tudor, n.d.r.) ed il momento in cui è stata fatta, mi fa pensare che non ci fosse tutta questa convinzione inizialmente. Poi sei andato a mettere la toppa migliore che ci fosse: la scelta di Luciano (Spalletti) può garantire al popolo juventino una serie di risultati che tifosi e società stanno attendendo. Mi dispiace solo per una cosa: uno come lui mi sarebbe piaciuto vederlo dall'inizio della stagione, con la preparazione, la scelta di alcuni giocatori. A quel punto la Juve poteva essere competitiva fino alla fine, poi non so se vincendo o meno". Sull'esonero di Igor Tudor: "Con lui mi sembra ci sia stato qualche problema di empatia con la dirigenza, leggendo i giornali sembra sia venuto fuori quello. La verità poi la sa solo chi è dentro. Parlo dell'empatia con i dirigenti. Vedendo le ultime 2-3 interviste che ha fatto... penso a quella dopo il Como. Lì' un giornalista che sente questa cosa non può fare la domanda successiva su quello, invece non hanno colto evidentemente. Ho pensato: se fossi giornalista, qui ci sguazzo, invece non hanno colto". Su Massimiliano Allegri: "Perché a lui ha avuto più fiducia alla Juventus? Probabilmente Allegri per il Curriculum e il passato che ha avuto dava certe garanzie sul fatto di arrivare all'obiettivo, anche se minimo. Magari per gli altri essendo meno esperti, c'era fiducia con qualche remora. La scelta su Tudor l'ho capito fino ad un certo punto: se lo scegli è perché sei convinto che sia la scelta giusta, no?". Nel parlare di Tuchel poi si arriva ancora ad Allegri. Rivolgendosi ad alcune critiche che Cassano ha fatto sull'allenatore del Milan, Buffon si risponde a Fantantonio e gli spiega: "Se un giorno diventassi dirigente, vorrei lui (Tuchel) come allenatore. Ma vi dico questo: ci sono allenatori che ti piacciono di più ed altri di meno. Ma secondo me esistono allenatori più funzionali ad un certo club e ad un certo periodo storico, rispetto ad altri che possono sembrare migliori. L'allenatore più bravo non significa che sia il migliore in un certo momento. So che tu (Cassano, n.d.r.) hai una stima limitata in Allegri, ma penso che in questo momento non ci fosse tecnico migliore per il Milan. Ora sembra una società ordinata. Non vengono più fuori interviste in un certo modo da giocatori, dirigenti, tutto si muove in una linea funzionale ai risultati. Questo va riconosciuto ad Allegri. Che ha portato un modo di ragionare e stare nel gruppo che magari ha implementato negli anni con la sua esperienza. Poi ditemi quanti allenatori hanno l'onestà di riconoscere la superiorità della Roma nei primi 35 minuti come fatto da lui. E aggiungo che in quella prima mezz'ora ho pensato: 'Ecco la Roma di Gasperini'". Sul nuovo ciclo bianconero: "Secondo me è un periodo di difficoltà perché fisiologicamente dopo un percorso di grandi vittorie per 10 anni serva tempo. Bisogna trovare le persone giuste nei dirigenti, nell'allenatore e nei giocatori. Lo abbiamo vissuto anche noi a cavallo fra il 2009 ed il 2011". Sulla Fiorentina: "Quella di Pioli per me era la scelta più giusta che potessero fare a suo tempo. Nel percorso di Pioli c'è stata una crescita esponenziale fra il primo Pioli arrivato alla Fiorentina e questo. Doveva essere il valore aggiunto, mi dispiace non abbia trovato gli strumenti giusti per riuscirci. Sono lì che mi sto scervellando per capire cosa non sia andato".