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De Zerbi: "Guardiola il migliore degli ultimi 30 anni. Non mi metto a paragone con Potter"
Il tecnico del Brighton, Roberto De Zerbi, ha parlato a Sky Sport. Queste le sue parole paretendo dai complimenti ricevuti da Guardiola: "Io lo reputo il migliore allenatore degli ultimi 30 anni della storia del calcio, quindi mi hanno fatto molto piacere i suoi complimenti. Mi ha definito contro culturale rispetto alla tradizione italiana? Non lo so, non mi piace andare per scelta nella direzione opposta. Però, se sono convinto che sia la direzione giusta, ci vado e ci vado anche con forza. Senza farmi troppi problemi: ma non lo faccio perché voglio fare il bastian contrario. Io vedo un certo tipo di cose nel calcio, che tra l’altro mi rappresentano, mi identifico in quelle anche come persona, per cui mi viene facile richiedere queste cose".
In molti dicono che è stato coraggioso ad andare al Brighton dopo Potter.
"Io non ho voluto mettermi a paragone o sminuire o pensare che la mia idea fosse migliore della sua. Sono entrato in punta di piedi rispettando quello che era stato fatto prima, perché era stato fatto un grande lavoro, un lavoro di cui io tuttora beneficio. Ho iniziato a mettere dentro, piano piano, le mie idee. Soffrendo, perché avrei voluto fare di più. Mi davo i pizzicotti per fare meno, però adesso siamo già a buon punto. E non posso che ringraziare Potter. E’ chiaro che prendere una squadra quarta in classifica in Premier League, potevo solo peggiorarla".
Che differenze ci sono tra Premier e Serie A?
"In Premier c’è una mancanza totale di pressione sui giocatori e in Italia, qualsiasi categoria tu faccia, vai in ritiro il giorno prima e sembra di andare a fare un ritiro spirituale. In Inghilterra è tutto un altro mondo, c’è il day off: il giorno di riposo a metà settimana, che io faccio fatica ad accettare perché mi sembra di perdere un giorno di lavoro e invece per loro è sacro. La cosa bella è che impari che il calcio può essere vissuto in modo diverso e non solo nel nostro. Non è giusto questo, non è giusto il nostro, ma sono diversi".
In molti dicono che è stato coraggioso ad andare al Brighton dopo Potter.
"Io non ho voluto mettermi a paragone o sminuire o pensare che la mia idea fosse migliore della sua. Sono entrato in punta di piedi rispettando quello che era stato fatto prima, perché era stato fatto un grande lavoro, un lavoro di cui io tuttora beneficio. Ho iniziato a mettere dentro, piano piano, le mie idee. Soffrendo, perché avrei voluto fare di più. Mi davo i pizzicotti per fare meno, però adesso siamo già a buon punto. E non posso che ringraziare Potter. E’ chiaro che prendere una squadra quarta in classifica in Premier League, potevo solo peggiorarla".
Che differenze ci sono tra Premier e Serie A?
"In Premier c’è una mancanza totale di pressione sui giocatori e in Italia, qualsiasi categoria tu faccia, vai in ritiro il giorno prima e sembra di andare a fare un ritiro spirituale. In Inghilterra è tutto un altro mondo, c’è il day off: il giorno di riposo a metà settimana, che io faccio fatica ad accettare perché mi sembra di perdere un giorno di lavoro e invece per loro è sacro. La cosa bella è che impari che il calcio può essere vissuto in modo diverso e non solo nel nostro. Non è giusto questo, non è giusto il nostro, ma sono diversi".
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