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L’Inter, oltreTUTTO mercato WEB
Oggi alle 10:16Editoriale
di Fabrizio Biasin

L’Inter, oltre

L’Inter, oltre

Abbiamo assistito a una semifinale di Champions destinata a restare nel tempo. Abbiamo assistito a qualcosa di epico, unico, raro. Abbiamo assistito a una squadra che ha scelto di non arrendersi a un destino che sembrava scritto, segnato, irreversibile. Abbiamo visto Yann Sommer, portiere svizzero costato tremila lire, giocare come un supereroe svizzero della Marvel svizzera. Abbiamo visto Lautaro Martinez rimettersi in piedi perché fuori da certe partite non ci puoi stare e possibilmente le devi indirizzare. Abbiamo visto Davide Frattesi che a gennaio “andrà alla Roma”, restare a Milano per scrivere un pezzo di storia del calcio. Abbiamo visto Francesco Acerbi, 37 anni, segnare come Lewandowski, meglio di Lewandowski, al minuto “è tutto finito” di una partita che poi non è finita. Abbiamo visto Simone Inzaghi che “è bravo però…” e “è bravo ma…” e “è bravo ma ‘sti cambi, eh, suvvia, ‘sti cambi…” realizzare un capolavoro, l’ennesimo. Abbiamo visto una squadra, l’Inter, già giudicata e processata e “possiamo parlare di stagione deludente o perché no, fallimentare?” zittire tutti con una prestazione che definire “di cuore” sarebbe ingiusto, perché il cuore c’è stato, ma ci sono stati soprattutto il lavoro, l’organizzazione, la capacità di andare oltre. L’Inter ieri sera è andata oltre e non c’è bisogno di aggiungere altro.

Un paio di cose.

Non sappiamo come finirà il campionato ma, a prescindere, è doveroso fare i complimenti al Napoli. A Conte che, diciamolo, ama esagerare con gli aggettivi pro domo sua e però è un caterpillar, ma anche alla squadra e a De Laurentiis. Il presidente del Napoli ha fatto cose grandi e forse meriterebbe qualche applauso in più, perché un conto è riuscire a far funzionare una squadra per una o due stagioni, altra cosa è tenerla ad altissimo livello per un decennio. Bravissimo.


Del Milan non preoccupa la squadra, o comunque preoccupa relativamente: quando vuole gioca partite egregie. Del Milan inquieta l’attendismo, la sensazione che si stia sprecando un’occasione, quella di poter riprogrammare in anticipo, perché scegliere un ds e lasciargli spazio decisionale non è un dettaglio, è quasi tutto.

E poi Ranieri. Non sappiamo come andrà a finire la stagione della Roma, ma comunque andrà a finire questo signore merita una statua equestre da piazzare a Trigoria. L’impresa di Leicester non è replicabile, ma se per caso la sua squadra dovesse riuscire a raggiungere un posto-Champions… ci andrebbe molto vicino.

Breve, ma intenso.