
Processo Maradona: respinta la ricusazione dei giudici, continua la battaglia legale
A quasi cinque anni dalla scomparsa di Diego Armando Maradona, il processo sulla sua morte è ancora in corso. Il nuovo tribunale argentino incaricato di giudicare i fatti accaduti nel novembre 2020 ha respinto mercoledì la richiesta di ricusazione di due giudici, presentata dalla difesa del medico personale di Maradona, Leopoldo Luque. Secondo i legali, i giudici in questione non sarebbero imparziali, sollevando il sospetto di “timori fondati di parzialità”. Tuttavia, il tribunale ha rigettato la mozione, definendola "un’iniziativa meramente dilatoria, basata su opinioni personali, congetture e supposizioni prive di fondamento giuridico". La difesa ha annunciato che presenterà ricorso.
Luque è uno dei sette operatori sanitari sotto processo - insieme a medici, infermieri, uno psichiatra e uno psicologo - accusati di "omicidio con dolo eventuale". In sostanza, si contesta loro di aver agito con negligenza, pur consapevoli dei rischi per la vita del paziente. Le pene previste vanno dagli 8 ai 25 anni di carcere. Il primo processo era stato annullato a fine maggio, dopo oltre due mesi di udienze e più di 40 testimoni ascoltati, a causa dello scandalo provocato dalla scoperta del coinvolgimento di una giudice nella produzione di una docu-serie sul processo stesso.
Maradona è morto il 25 novembre 2020 a 60 anni, a causa di un arresto cardiorespiratorio e un edema polmonare, dopo ore di agonia, nella sua residenza di Tigre, dove stava recuperando da un intervento neurochirurgico.
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