
Chiariello: “Non me ne frega niente di Kvara e Fabian! Inter, salvaci dagli arabi del PSG”
Il giornalista Umberto Chiariello, ai microfoni di CRC, radio partner della SSC Napoli, è intervenuto con il suo punto: “Mi sta molto divertendo in queste ore questa caccia ai reprobi, di chi si espone con affermazioni, pronostici e previsioni che poi la storia clamorosamente smentisce. Ricevo con simpatia anche lo sfottò del buon Cannata che mi dice di staccare il citofono, visto che in finale sono arrivati Kvaratskhelia e Fabian Ruiz. Lo sfottò ci sta, lo accetto volentieri, anche se Cannata ha qualche sorta di premonizione evidentemente perché io il citofono ce l'ho davvero rotto e quindi lo devo aggiustare, ma forse tarderò ad aggiustarlo vista la situazione. E nè voglio discolparmi, però vorrei anche contestualizzare.
Non mi appartiene la dicitura cammellone a Fabian Ruiz, appartiene storicamente a chi l'ha definito tale che è il signor Enrico Fedele. Io da parte mia ho sempre detto che non amo questo calciatore, pur avendogli sempre riconosciuto qualità tecniche fuori dal comune, ricordiamo che fu eletto quando il Napoli lo prese a 23 anni, miglior giocatore dell'Europeo U21 che la Spagna vinse e lui fu l'uomo simbolo di quella manifestazione, però poi andiamoci a interpellare sul suo operato in anni napoletani. Dopo un inizio con Ancelotti abbastanza folgorante in cui si mise in luce, pur non trovando la titolarità immediata, ma c'era una grande concorrenza in quel centrocampo, Fabian Ruiz a Napoli non ha fatto benissimo. Ha segnato, sì, ma non tantissimo.
Lui è di sicuro uno dei migliori tiratori da fuori area d'Europa, questo gli è stato sempre riconosciuto. Ha un tiro dal limite formidabile, specie quando lo fa in caduta con quella sua leva lunga, lui appoggia il piede destro in caduta e va col sinistro a colpire e sono delle rasoiate terribili. Ha anche delle visioni di gioco notevoli, lui riesce a dare dei bei filtranti con questo sinistro, lui ha un sinistro tecnicamente raffinatissimo. Ma è un giocatore lento, a Napoli aveva molte difficoltà a giocare perché andava sotto pressione come regista centrale e fu un disastro.
Come mezzala di inserimento molto meglio, ma era un giocatore sul cui facevano pressing e spesso perdeva palla perché si girava su se stesso col solo sinistro perché lui è monopiede, lento, insomma a me non è mai piaciuto troppo. Riconoscendogli le sue qualità non era uno dei miei preferiti. Io gli preferivo Zielinski per la sua dinamicità, per il fatto che avesse due piedi e il miglior Zielinski secondo me è stato un giocatore di livello alto.
Anche se anche lui non ha mai fatto quello scattino in avanti da farlo diventare Hamsik, perché le migliori mezzali che abbiamo avuto a Napoli si stanno ricongiungendo da Hamsik a McTominay. È il giocatore meno rifinito tecnicamente di Fabian Ruiz, di Zielinski e di Hamsik, ma sicuramente totale a corsa, a resistenza, a fisico, colpo di testa più di tutti sia in fase difensiva che offensiva. Sa fare le due fasi benissimo, molto più di Fabian Ruiz e di Zielinski ed è un giocatore che si butta in area quasi da centravanti e fa gol.
Sono ben contento di avere McTominay e non Fabian Ruiz, dico la verità. Fabian Ruiz ha avuto una parabola al ribasso. Dopo l'arrivo a Napoli non ha mantenuto le premesse e le promesse. Tant'è vero che le furie rosse prima non gli diedero quello scatto in avanti da titolarissimo nella nazionale maggiore, cosa che invece è capitata subito a gente come Pedri, perfino Gavi. Lui no, è finito tra le riserve e addirittura poi non è stato convocato. Quando è andato al Paris Saint-Germain, ha passato un anno da riserva e l'allenatore che lo aveva fatto fuori in nazionale lo ha recuperato oggi come fulcro del gioco.
Insomma, ha avuto un inizio folgorante, una fase parecchio in discesa e una risalita rapida, tant'è vero che oggi è anche titolare della nazionale nel momento della maturità. Devo ricredermi? Quello che è stato Fabian Ruiz a Napoli, tranne alcune cose folgoranti di particolarmente bello, non mi ha soddisfatto. È un giocatore che continua a non piacermi particolarmente, ma ne apprezzo le qualità che ci sono indubbiamente.
D'altronde quando fu comprato a posto di Jorginho, mi espressi molto favorevolmente sull'operato di Giuntoli e del figlio di Ancelotti, che avendo la fidanzata a Siviglia lo vedeva giocare al Betis e suggerì al padre come primo acquisto di chiedere Fabian Ruiz, avendo dato l'avallo alla cessione di Jorginho e Giuntoli gli rispose, ma guarda io già l'ho preso. E ci fu concordanza, quell'iniziale concordanza che poi svanì perché tra Giuntoli e Ancelotti i rapporti finirono molto male. Non rinnego il mio giudizio su Fabian Ruiz, ma perché non ho mai detto che è scarso? Non ho niente da giustificare, non mi piace.
Non è il centrocampista che rientra nei miei gusti, come lo è McTominay, come lo è Koopmeiners, che non capisco come mai si sia perso, come lo è Barella, parlo di mezzali e non di registi, che Fabian Ruiz nel ruolo di regista centrale, quello è Vitinha, Fabian fa la mezzala. Sono altri i tipi di mezzali che preferiscono. Ciò non toglie che è nel momento migliore della sua carriera.
Su Kvara, che dire. Con il senno di poi dobbiamo dire che ha scelto bene, dobbiamo prendere atto che a gennaio si è fatto bene i suoi conti perché si è andato a prendere 10 milioni di stipendio all'anno, il suo proprietario si è fatto ricco per la vita con una commissione mostruosa, è diventato dopo un inizio un po' faragginoso, come è normale che sia, il suo sostituto di Mbappè nell'11 Parigino, è l'uomo dei colpi importanti ed è un perno di una squadra che ha vinto lo Scudetto, ma quello a Parigi non lo si nega a nessuno, proprio a nessuno.
Ma si è trovato in una squadra che tutti pensavano potesse uscire facilmente agli ottavi. Perché gli ottavi il PSG, che aveva fatto malissimo nel girone unico ed era arrivata agli ottavi solo con un rush finale, perché ha rischiato addirittura di andare fuori e Luis Enrique sembrava a rischio panchina perfino in quel periodo, andatevi a rileggere i giornali dell'epoca, andate a rivedere il periodo storico e vi accorgete che quello che sto dicendo è tutto vero, aveva perso in casa con Liverpool, primo in classifica nella Premier, primo nel girone unico della Champions, squadra favoritissima, perso in casa, sembrava destinato all'eliminazione consueta tra ottavi e quarti, agli ottavi in questo caso.
Quando io scrissi, te ne sei andato lasciando una squadra in lotta per lo scudetto, per andare a vincere uno scudetto che non vale niente a Parigi perché lo vincono tutti gli anni con qualsiasi calciatore, per uscire agli ottavi di Champions, stavo solo fotografando quella che era la realtà del momento.
Se il Paris-San Germain vince questa Champions, la vera impresa l'ha fatta nella partita di ritorno di Liverpool, andando ai rigori e in porta c’ha il drago, il grande drago, Gigione, che quando arriva ai rigori è meglio che non li batti tanto vince lui, che sta trascinando letteralmente la squadra fino alla vittoria finale, così come sta facendo Sommer dall'altra parte, sarà un grande duello tra due portieri dagli stili e dalla fisicità completamente opposta.
Si è fatto bene i conti alla fine, andando via da Napoli lo scudetto l'ha vinto, il Napoli forse ce la farà lo stesso, è arrivato in finale di Champions e può anche vincere la Champions. Io mi auguro di no, ma non per Kvaratskhelia. Io non ho rancore, lo considero uno che ci ha tradito, perché non si lascia a gennaio, diciamocelo chiaramente, ma per quello che ci ha dato, per quello che è stato nella nostra storia, è come una storia d'amore. Se tu vivi una grande storia d'amore e poi finisce male, magari perché la tua donna ti ha tradito e se n’è andata con altro, o viceversa, tu puoi essere rancoroso, oggi, domani, dopodomani, tutto il tempo che hai per elaborare il lutto del tradimento e dell'abbandono, ma nella tua memoria, nella tua vita, la bellezza della storia vissuta, quella non passa mai.
E la bellezza dei giorni vissuti con Kvaratskhelia non si possono cancellare, per cui io dico molto serenamente, a me di Kvaratskhelia non me ne frega niente, ma proprio niente. Lo ricordo con affetto per quando aveva la maglia azzurra, che oggi lui faccia bene, non mi fa manco piacere, mi fa indifferenza. Mi diverte vederlo giocare, perché amo il calcio e allora uno come lui mi diverte vedere lui giocare, quel palo che ha preso ieri mi ha divertito perché lui ha quei colpi straordinari, ma è uno come tanti, non ha più la maglia azzurra, non gli auguro le peggio cose, non sono di quelli rancorosi, so anche perdonare.
Per me, fortuna a lui, guardo con sincera simpatia il nostro conterraneo Gigione Donnarumma, che è il mio portiere del mondo in questo momento, di Fabian Ruiz me ne frega ancora di meno, di Hakimi che ha giocato in Italia, ma manco me lo voglio ricordare. Se devo parlare di gioco, il Paris Saint-Germain fa un calcio che si avvicina molto al mio modo di pensare calcio, l'Inter meno, ma sono italiano, tifo italiano, tranne per una per cui mi scatta l'antifurto automatico e lì non ci posso fare niente. Per quanto possa avere molte remore su questa Inter intrallazzata, in quelle storie che ben sapete, per quanto abbia fatto doping amministrativo negli anni d'oro di Suning, è pur sempre la rappresentante del nostro calcio, che fa bene a tutto il movimento se vince. Ed è comunque una squadra che vincendo avvalora anche l'eventuale exploit del Napoli.
Genoa, Genoa, Genoa, mi fermo lì. Però, perché non voglio che vinca il Paris Saint-Germain? Seppur ideologicamente amo il suo gioco, seppur Luis Enrique lo volevo sulla panchina del Napoli perché lo considero un grandissimo allenatore, che ha dimostrato nella sua carriera di essere uno bravo bravo, che toglie i campioni, mette giovani, attenzione, i giovani poi…70 milioni Kvaratskhelia, 50 milioni Douè, altri 40-50 milioni il difensore, ha speso 250 milioni il Paris Saint-Germain ma nessuno lo dice. È un problema ideologico, politico.
Ogni vittoria dei proditori arroganti, in spregio a ogni normativa e a ogni codice d'onore, proprietari arabi dei club europei. Io sono contro, perché rappresentano quello che non vorrei che fosse nel calcio di oggi. L'arroganza del potere dei soldi che compra il calcio e per i loro soldi andiamo a giocare in Arabia la Supercoppa, in spregio ai nostri tifosi e alle nostre società che si vendono per un pugno di soldi. Quel modello di calcio del capo della ECA, di Al-Khelafi, è il modello che io combatto.
E se quel modello di calcio vince, è una sconfitta per tutti. Per cui perdonatemi, non c'è Kvaratskhelia, non c'è Donnarumma, non c'è il bel gioco di Luis Enrique che tenga. Io difendo il vecchio calcio europeo che è fondato su centinaia di anni di valori condivisi e che oggi sono svenduti in nome del Dio petrolio, dollaro, denaro. Anche se l'Inter è la nostra rivale, salvaci dagli arabi!”.







