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È un PSG che profuma di Serie A: quante vecchie conoscenze all'assalto della Champions

È un PSG che profuma di Serie A: quante vecchie conoscenze all'assalto della ChampionsTUTTO mercato WEB
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ieri alle 23:49Serie A
di Michele Pavese

Il PSG non è mai riuscito a conquistare la Champions League nella sua storia e questo renderà ancor più vibrante l'attesa della finale contro l'Inter, in programma il 31 maggio a Monaco di Baviera. Come il Barcellona, battuto ieri dai nerazzurri al termine di una partita epica, anche la formazione francese è piuttosto giovane ma a guidarla ci sono alcuni elementi di grande spessore ed esperienza internazionale, tutti con un passato nella Serie A.

Si parte, ovviamente, da Gianluigi Donnarumma, e si prosegue con due difensori come Achraf Hakimi e Marquinhos. Il primo sfiderà da ex la squadra di Simone Inzaghi, dopo aver vinto uno Scudetto con quella di Antonio Conte: da allora il terzino marocchino è cresciuto soprattutto sotto la guida di Luis Enrique, che ne ha affinato la tecnica rendendolo ancora più completo. Il capitano, invece, merita forse più di chiunque altro la soddisfazione più grande: 12 anni a Parigi, tanti titoli nazionali e ancor di più bocconi amari ingoiati in giro per l'Europa. L'ultimo superstite della squadra stellare che fu e che oggi - verrebbe da dire per fortuna, visti i risultati - non c'è più, un leader silenzioso ma sempre indispensabile per ogni allenatore.

Chi, grazie al tecnico asturiano, ha fatto il definitivo salto di qualità è però Fabian Ruiz. E pensare che Lucho non lo aveva mai preso in considerazione quando era CT della Spagna; un errore, come ha ammesso qualche mese fa, perché l'ex Napoli è diventato mese dopo mese un fattore sempre più determinante nello scacchiere del PSG. Con Vitinha e Joao Neves forma un trio affiatato, completo e di grande qualità, pronto a dare filo da torcere ai "colleghi" nerazzurri. A proposito di ex Napoli, non possiamo ovviamente dimenticare l'ultimo arrivato, anche se si è calato nella nuova realtà in modo quasi commovente: sarà stato merito anche di Conte, ma vedere Kvicha Kvaratskhelia aiutare in fase difensiva con determinazione è una gioia per gli occhi. La qualità, poi, è sempre indiscutibile ed è quella che può fare la differenza; ha scambiato la possibilità concreta di diventare campione d'Italia con il sogno di vincere qualcosa di più grande, chissà se a conti fatti avrà avuto ragione.

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