
Ancora, ex personal trainer SSC Napoli: "Lukaku va curato nei minimi dettagli. Su Conte e il mio addio..."
A Stile TV è intervenuto Tiberio Ancora, ex personal trainer del Napoli: “Ho lavorato 20 anni con Antonio Conte prima di andarmene, sin dai tempi del Bari. Lui aveva iniziato con l’Arezzo, sapeva di cosa mi occupavo e vide in me la possibilità di avere un valore aggiunto per far raggiungere ai calciatori una condizione migliore. Da lì siamo sempre stati insieme e abbiamo lavorato in sinergia. Abbiamo creato una figura che all’interno delle squadre non esisteva, perché curare i dettagli attraverso la mia visione ti può dare qualche vantaggio in più, siccome un atleta con efficienza fisica e organica di livello può avere una chance in più per vincere. Io non sono un nutrizionista, ma un personal trainer specializzato in allenamento di forza funzionale, educatore alimentare ed esperto di integrazione per sportivi.
Ho costruito un protocollo, che non si trova in nessun libro, per raggiungere determinati livelli di massa magra, massa grassa, idratazione, condizione generale, le mie valutazioni passano attraverso frequenza cardiaca, ossigenazione, stabilità, agilità, e questo mi dà una visione completa delle percentuali che gli atleti a questi livelli devono assolutamente avere. Le percentuali che io indico sono incontestabili perché se si rientra in esse allora le prestazioni sono di livello, appena si esce da queste percentuali possono sorgere problemi fisici. Il mio obiettivo è di far rientrare i calciatori nelle percentuali, confrontandomi con gli allenatori affinché i ragazzi possano raggiungere l’efficienza che gli garantisca di non avere problemi. Quando il livello è alto (e noi abbiamo sempre seguito squadre importanti) a parità tecnico-tattica, la cura del dettaglio nella condizione atletica ti dà una possibilità in più di vincere. Noi vogliamo dare ai calciatori tutti gli strumenti che gli forniscano il massimo beneficio, e più il livello si alza e il calciatore è intelligente, più aumenta la cura del dettaglio. Anche perché, altrimenti, a quei livelli non si può competere. A livello fisico e organico devi essere efficiente al massimo. I calciatori intelligenti, e ce ne sono tanti, lo fanno. La nostra visione parte da questi dettagli che curiamo alla perfezione. Perché ho lasciato Napoli? Mi avevano chiesto di rimanere, ma io a Lecce ho uno studio importante che ha risentito tanto della mia assenza perché ero sempre a Napoli. L’idea di non tornarvi più, voleva dire chiudere lo studio. Ho fatto le mie valutazioni, e ho deciso di fare marcia indietro. Mi è dispiaciuto immensamente perché ci sono scelte professionali e di vita che a volte tocca fare, con i ragazzi ho sempre avuto un rapporto di massima collaborazione e fiducia, in tutte le squadre. Loro vedono in me un punto di riferimento e grazie al mio modo di fare riesco ad avere credibilità.
Sono andato via e Lukaku si è fatto male? Lui è uno di quelli che va curato nei minimi dettagli. Io so come è strutturato e come bisognava preservarlo. Poi, poteva anche succedere quando c’ero io, ma, fino a quando ci sono stato, ho sempre avuto una visione completa. Mi dispiace immensamente, dovrà stare fuori tanto, e uno come lui è difficile trovarlo. Considerando l’entità dell’infortunio, non è una cosa semplice. Se si dovesse operare, i tempi aumenterebbero. Lukaku bisogna conoscerlo a fondo per capirne l’importante, non è solo quello che ha fatto 14 gol ma è anche uomo squadra e riferimento nello spogliatoio, con un’intelligenza tattica eccezionale, quasi impossibile da sostituire. È uno di quelli che si mette al servizio della squadra, mentre solitamente avviene l’opposto. Non so cosa sia successo, magari lui stesso ha saltato qualcosa che con me faceva sempre. Non voglio puntare il dito, ma siamo stati un anno insieme e non è mai accaduto nulla. Quando abbiamo fatto la preparazione ad inizio campionato, tutti i dati erano favorevoli. È arrivato un po’ in sovrappeso ma poi si è rimesso in carreggiata, non c’erano avvisaglie particolari. Bisognava aspettare un tempo stabilito affinché raggiungesse il massimo, non vorrei che inconsciamente abbia spinto più del dovuto andando fuori giri. Lui è un volenteroso che cerca sempre la perfezione, forse in quel momento non doveva esagerare così tanto.
È l’unica cosa che mi viene da pensare. Mi hanno già chiamato altre squadre, ma il mio obiettivo era di continuare a stare con il Napoli migliorandosi e cercando di avere dei ruoli sempre più competitivi ed importanti. In queste squadre al momento non mi va di andare, perché la visione che avevo di quello che dovevo fare lì non si poteva realizzare a pieno. Ho ricevuto chiamate anche internazionali, dove mi chiedono di curare personalmente atleti di alto livello, che magari mi occuperebbe molto meno tempo, permettendomi anche di seguire il mio studio. Valuterò senza fretta perché non mi va di fare scelte sbagliate”.







