Commisso, Infantino & Co: il calcio si ribella agli agenti. Ma chi gli ha dato potere e soldi?
Se gli agenti sono brutti e cattivi, chi gli ha dato tutto questo potere e tutti questi soldi? Domanda quasi retorica. Per esempio Commisso, che augura agli agenti di guadagnare tanto ma evidentemente contesta il modus operandi della categoria, è il patron della quinta società in Serie A, nel 2020, per commissioni versate agli stessi. I dati sono pubblici, grazie alla trasparenza voluta dalla FIGC: nell’anno della pandemia, i viola in commissioni hanno versato quasi 10 milioni di euro (9.740.062,50 per la precisione). Sono cifre in aumento rispetto al 2019.
Soprattutto, sono più di quanto abbia speso l'Inter campione d’Italia, dodici posizioni e 51 punti più in alto: soltanto Juventus, Roma, Milan e Napoli hanno pagato di più dei gigliati. Buon che Commisso abbia cambiato approccio, il punto non è comunque fare le pulci alla Fiorentina: sono le società ad aver costruito un sistema che agli agenti va comodissimo. Il cui peso nel decidere chi compra quale giocatore e a che cifre è aumentato in maniera esponenziale, quasi opprimente per esempio per la categoria dei direttori sportivi. Spesso, soprattutto ad alti livelli, per un trasferimento tra due club italiano serve almeno un intermediario. Serve, davvero? No, ma ci guadagnano un po’ tutti, spesso anche le società. Sono gli agenti brutti e cattivi? Ovviamente no. Intendiamoci: alcuni sì. Ma come categoria hanno guadagnato terreno solo perché veniva loro concesso, in termini di soldi e soprattutto di potere. E la sfida, in questa bolla che pare sul punto d’esplodere, è intrigante ma complicata. Si diceva del Milan: missione coraggiosa, ma ha perso due pilastri a zero, rischia di perderne almeno un altro l’anno prossimo. Più che una battaglia, converrebbe allora trovare nuove regole d’ingaggio, un territorio comune su cui incontrarsi e non scontrarsi, perché gli agenti sono il male soltanto se gli si consente di esserlo, ma sono necessari al calcio. Qualche regola nuova e qualche altra che già c'è ma non osserva nessuno, per esempio quella che impedirebbe ai procuratori di rappresentare gli allenatori: le sanzioni sono così ridicole che non se ne preoccupa nessuno, il conflitto di interessi è servito. Parole chiave: trasparenza, rispetto dei ruoli e, visto che ci siamo, non farebbe proprio schifo rispettare anche qualche regime fiscale spesso sbertucciato. Sarebbe una possibile soluzione senza tanta belligeranza, che in fin dei conti non porta mai lontano. Non fosse che l'allergia a molte di queste parole è piuttosto diffusa nel mondo del calcio. Tra gli agenti, e anche tra le società.