Bernabé: "Guardiola mi voleva terzino, ma non mi ci vedevo. La mia testa è al Parma, mi piacerebbe fare bene"

In una lunga intervista concessa a Calciomercato.com, il centrocampista del Parma Adrian Bernabé ha parlato della sua avventura in Italia e delle difficoltà vissute quando, ad inizio della scorsa stagione, gli era stato riscontrata una anomalia cardiaca che lo ha costretto ad uno stop forzato: "Sono stati momenti difficili per me ma soprattutto per la mia famiglia quando hanno riscontrato l’anomalia cardiaca. Quando l’ho detto a loro erano lontani, appena l’hanno saputo mi hanno raggiunto subito in Italia. Per fortuna si è risolto tutto bene e in poco tempo", spiega lo spagnolo, che poi si addentra sul tema futuro. Le richieste non mancano, ma la volontà del ragazzo è quella di imporsi in maglia Parma. "Quando è stato esonerato Maresca avevo la possibilità di andare via, ma fin da subito ho sentito l’affetto e la fiducia da parte del club e ho deciso di rimanere. Da quando sono arrivato ho sentito la fiducia massima da parte di tutti. La mia testa è sempre stata qui, mi piacerebbe fare bene con questa maglia.”

Immancabile poi un commento su Gigi Buffon, capitano dei crociati e modello per tutti i giovani del Parma e non: "All’inizio Buffon fa effetto, poi vedendolo quotidianamente mi sono abituato a lavorare con lui. Ti sembra normale, ma ci si accorge della sua grandezza quando in qualsiasi stadio sono tutti pazzi di lui. Mi sorprende il fatto che alla sua età continua ad allenarsi a testa bassa senza mai fermarsi". 

Infine, una battuta su un allenatore che lo ha segnato nella sua giovane carriera, quel Pep Guardiola che gli ha permesso di esordire anche in Premier League e che lo vedeva come difensore: "Una bella persona. Vive per il calcio, lavora tutto il giorno e con noi giocatori si rapportava solo dal punto di vista professionale; sta molto sulle sue. Ho fatto sia la mezz'ala, che il regista e il trequartista; sinceramente mi trovo bene in tutte e tre le posizioni, l'importante è giocare. Da terzino, invece, non mi ci vedevo proprio; non mi piaceva perché dovevo difendere".