Cannavaro: "A Parma con Gigi e Thuram eravamo fortissimi. Peccato per lo Scudetto..."

Fabio Cannavaro ha parlato ai microfoni di Muschio Selvaggio, soffermandosi anche sulla sua esperienza in crociato: "Dopo tutte le giovanili con il Napoli il sogno era quello di diventare un giocatore bandiera azzurro. Mi chiamò Ferlaino e mi disse: "Se non vai via il Napoli in due giorni fallisce e poi la colpa è tua". Avevo vent'anni ed ero a Milano per firmare con l'Inter, però mi disse di avermi venduto al Parma e non all'Inter. Poi tornai a Napoli e c'era pieno di gente sotto casa che mi chiedeva di non andare via. Ma sarebbe stata una bella storia restare a Napoli. L'asse di ferro Thuram-Cannavaro-Buffon? Dopo i primi allenamenti hai già la sensazione che hai trovato la coppia perfetta, il compagno ideale. Noi ci sentivamo forti e avevamo la sicurezza di Gigi alle spalle. Io potevo andare a pressare dall'altra parte del campo, tanto sapevo che alle mie spalle c'era Lilian. E se ci fosse stato un errore c'era Gigi.

C'era sicurezza, eravamo giovani e più liberi. Abbiamo vinto poco insieme, una Coppa Italia, una Coppa UEFA e Supercoppa. Ma era una difesa che in un'altra squadra avrebbe vinto la Champions. Poi siamo diventati tutti e tre campioni del Mondo. E poi non c'era quel trittico e basta a Parma, c'erano Crespo, Chiesa, Fuser, Sensini... E il vecchio Parma che aveva già vinto. Poi c'era un allenatore che poteva sembrare matto, ma con idee moderne come Malesani. Non vincemmo lo Scudetto perché perdemmo i primi mesi a scontrarci con l'allenatore. Noi venivamo dalla cultura di Ancelotti mentre lui pretendeva cose più moderne e quel tempo perso non ci ha permesso di vincere".