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Bernabè sempre più un fattore a gara in corso. Questo deve esser l'anno della consacrazione
giovedì 28 settembre 2023, 20:55News
di Matteo Conti
per Parmalive.com

Bernabè sempre più un fattore a gara in corso. Questo deve esser l'anno della consacrazione

La storia di Adrian Bernabè a Parma è senz’altro particolare. Arrivato per seguire il suo tecnico nell’Under 23 del City Enzo Maresca, la sua avventura viene fermata ancora prima di iniziare. Un problema al cuore che necessita di un intervento chirurgico lo tiene lontano dai campi per metà stagione impedendogli, di fatto, di poter essere agli ordini del mister attualmente al Leicester. Poi arriva il via libera dei medici, con Iachini sulla panchina crociata, e l’impatto del talento spagnolo sulla Serie B è da stropicciarsi gli occhi. Adrian mette in mostra una magia e una padronanza col pallone tra i piedi che richiama subito paragoni scomodi. L’essere cresciuto nella cantera del Barcellona è soltanto un’ulteriore indicazione, un’etichetta che forse va a giustificare l’incredibile talento del fantasista catalano. Perché alla fine se uno ha talento lo si vede subito: due partite, due doppiette con Cosenza e Como, in cui Adrian concede al pubblico dribbling, calci di punizione a baciare il palo, regia, leadership, garra. Insomma, le premesse erano di quelle davvero importanti.

Rimasto a Parma anche per gratitudine verso un ambiente che lo ha coccolato ed aspettato anche nei momenti difficili lontano dal campo, la stagione ‘22/’23 non è forse stata all’altezza delle gigantesche aspettative che si erano create attorno a lui. Un gol solo in campionato testimonia il fatto che con Pecchia lo spagnolo sembra esser diventato più un giocatore di sistema, messo a costruire gioco e ad interdire davanti alla difesa, ma con meno iniziative offensive, meno sprazzi da solista: una crescita tattica, con ha oscurato la fantasia e l'estro che avevano fatto brillare gli occhi ai tifosi crociati.

Ora però, potrebbe ritornare in una posizione vicina alla porta: quest’anno, infatti, con il ritorno di Hernani la mediana è tornata a riaffollarsi, costringendo Bernabè a partire in alcune circostanze dalla panchina. Ad alcuni poteva sembrare un’assurdità non vedere nell’undici il talento spagnolo, ma in realtà è proprio l’arrivo del brasiliano ad aver cambiato le carte in tavola. Hernani insieme ad Estevez è andato ad assumersi le responsabilità ed i doveri del centrocampista di contenimento, lasciando maggiore libertà a Sohm o a chi come Adrian inizialmente entrava a gara in corso. Ed ecco che subentrando dalla panchina si è tornata a vedere quella magia, quell’estro che sembrava essersi sopito per mesi. Libero da compiti difensivi e più fresco rispetto agli avversari, il suo ingresso in campo risulta decisivo con FeralpiSalò e Cittadella, dove di fatto con i suoi strappi ha spaccato le partite. Due gol in cui si rivede la leggerezza di giocare a pallone di Adrian Bernabè.

Arrivando alla gara di ieri con il Bari la musica non è cambiata anzi. Se come diceva Agatha Christie: “due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, è arrivata l’ulteriore dimostrazione che subentrando dalla panchina l’ex City sia veramente un fattore. Questa volta senza segnare, ma poco conta, il suo ingresso è come una sveglia per tutta la squadra. La manovra offensiva riprende ad animarsi: Bernabè prende palla, uno due con Partipilo, entra in area calcia, ma il portiere gli dice di no. Lo spagnolo non si scompone e va a prendersi subito la palla per andare dalla bandierina. Da lì in poi l'offensiva crociata è guidata da un solo leader. A dieci minuti dalla fine è proprio lui a farsi dare la palla a centrocampo, e qua parte la magia: stop orientato, mette a sedere un avversario con un tunnel e con lucidità porta avanti una ripartenza che risulterà decisiva e porterà al gol di Benedyczak. Parma-Bari finisce 2-1, segnano Partipilo e Benedyczack, ma non fatevi ingannare, ad averci messo una grande firma è stato anche Adrian Bernabè, entrato dalla panchina.

Ora è giunto il momento del salto di qualità e della consacrazione per Bernabè. Lo spagnolo non solo è forse il miglior talento presente in rosa, ma è un vero patrimonio del club, soprattutto dopo il rinnovo fino al 2026. Ci si aspetta che possa incidere anche da titolare e che possa diventare il leader tecnico di questa squadra sotto tutti i punti di vista, per portare a compimento un desiderio suo e di tutta la città, che si chiama Serie A.