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Boscaglia: "‘Serie C in crescita, ma il minutaggio obbligatorio danneggia i giovani"TUTTO mercato WEB
ieri alle 11:19Serie C
di Luca Bargellini

Boscaglia: "‘Serie C in crescita, ma il minutaggio obbligatorio danneggia i giovani"

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Ospite dei microfoni di TMW Radio nel corso della trasmissione 'A Tutta C', Roberto Boscaglia, tecnico con una lunga esperienza nei campionato di Serie B e C ha analizzato i temi del campionato di terza serie: Mister, quale fotografia si può fare di questo campionato? Siamo all’inizio, ma le chiedo una valutazione complessiva, sia tecnica che mediatica. "Secondo me c’è anche una crescita tecnica. È un campionato difficilissimo, molto competitivo e con tanto campanilismo, ma anche con tanta qualità. Negli ultimi anni il livello si è alzato. A livello mediatico, poi, Sky ha fatto tanto e anche voi con le trasmissioni portate attenzione: questo è importante per il blasone delle tante squadre di Serie C, molte delle quali hanno anche fatto la Serie A. È un bene per tutto il movimento" La Serie C può diventare davvero un trampolino per i giovani talenti italiani, come auspicano Zola e il presidente Marani? "Lo è sempre stata, è l’anticamera della B e della A. Tanti nazionali sono passati da qui. Il problema è il discorso dei giovani legato agli incentivi: si gioca un 2003 per prendere soldi, ma magari un 2002 altrettanto valido resta fuori. Non funziona così. Il giovane deve giocare perché è bravo, non per il minutaggio. Altrimenti rischiamo di bruciare ragazzi che magari l’anno dopo sarebbero esplosi. Dobbiamo tutelare i giovani, non illuderli". Quindi è contrario all’obbligatorietà del minutaggio? "Assolutamente sì. Si deve giocare per merito, non per un regolamento. Se un giovane è bravo deve giocare, altrimenti no. L’obbligatorietà crea confusione e spesso danneggia i ragazzi stessi: finito il minutaggio, spariscono. È una questione anche psicologica molto delicata". Veniamo al ruolo degli allenatori di Serie C. Non pensa che il vostro lavoro meriterebbe più attenzione e valorizzazione? "Sì, ma serve anche educare i dirigenti. Oggi spesso si scelgono allenatori con poca esperienza, mentre questo è un mestiere che si impara sul campo. Non è solo tattica o tecnica: è psicologia, è gestione delle risorse umane. I giovani di oggi non sono quelli di 20 anni fa: vivono i social, un mondo completamente diverso. Devi entrare nella loro testa, trovare la chiave giusta, altrimenti non ti seguono. In Italia siamo tutti preparati sul piano tattico, ma serve molto di più per trasmettere idee". Passiamo alle seconde squadre. Sono utili alla Serie C o rischiano di penalizzarla? "Serve mettere un limite, altrimenti si snatura il campionato. È chiaro che le società di A ne traggono beneficio, basti guardare la Juventus. Ma cosa portano davvero al calcio di Serie C? Spesso metà rosa è composta da stranieri. Certo, danno solidità economica e prestigio, ma il beneficio principale è delle società che le gestiscono, non del sistema. Se ne devono valutare bene tutti gli aspetti". Parliamo ora del turno infrasettimanale, partendo dal Girone B. Dopo la scorsa stagione di grandi risultati, come lo vede quest’anno? R: È un girone che conosco bene, l’ho vinto con l’Entella. L’Arezzo parte favorita, ma l’Ascoli sta facendo benissimo. Sarà una lotta tra loro due, ma occhio agli outsider che possono emergere col tempo. È un girone equilibrato e di qualità, lo scorso anno ha portato tante squadre in alto e anche stavolta si giocherà tutto fino all’ultima giornata. Ternana e Perugia sono due realtà importanti ma con situazioni opposte. "La Ternana ha cambiato proprietà e sta affrontando una fase delicata, ma il potenziale è enorme. Il Perugia è in difficoltà, ma parliamo di piazze che hanno fatto la Serie A: hanno bacino e passione, quindi possono risalire". Il Girone C resta il più difficile? "Senza dubbio. Salernitana, Catania, Benevento hanno investito come squadre di B. C’è il Crotone che torna competitivo, il Trapani che ha già annullato la penalizzazione e sta facendo bene. Ogni partita è durissima, gli stadi sono pieni e l’ambiente pesa tanto. È un girone fantastico e imprevedibile: nessuna partita è scontata, puoi vincere o perdere con chiunque". Chiudiamo con il Girone A. Forse meno “caldo” a livello ambientale, ma sembra cresciuto molto. "Sì, quest’anno si è alzato il livello medio. Non è più solo Vicenza-Padova, ci sono anche il Brescia, il Cittadella che sicuramente si rialzerà, e altre realtà che possono inserirsi. Conosco bene l’ambiente di Brescia: è una piazza che ti trascina. Anche questo è un girone di grande qualità tecnica. Io non lo ridurrei solo a Vicenza e Brescia: ci saranno altre squadre protagoniste".