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Perrotta: "Pescara, il mio orgoglio"
mercoledì 18 ottobre 2017, 11:00Primo Piano
di Redazione TuttoPescaraCalcio
per Tuttopescaracalcio.com
fonte Messaggero

Perrotta: "Pescara, il mio orgoglio"

“Sono felice”. Due parole per descrivere Marco Perrotta oggi: a 23 anni, titolare nel Pescara, dopo una trafila nelle giovanili, le esperienze sui campi difficili della C e l’exploit in B con l’Avellino l’anno scorso. Sì, lui è l’ex della prossima avversaria del Pescara. Perrotta riparte dall’orgoglio di essere l’unico giocatore abruzzese (nato in Molise, ma da sempre nella nostra regione) passato dalla scuola del Delfino a giocare in prima squadra: “Marcello Rosato, il primo allenatore che ho avuto nelle giovanili del Pescara, qualche settimana fa mi ha scritto: “Sei un esempio per tutti i ragazzi che giocano nel vivaio biancazzurro”. Parole che mi riempiono d’orgoglio. Sento il peso di questa maglia: quando entro in campo porto con me la mia storia, le mie radici e i miei amici”, dice il centrale che esordì in B nel 2011 con Di Francesco.

Perrotta fu rimandato nella prima zemanlandia, ma l’estate scorsa ha convinto il boemo in ritiro: “Sono tornato a Pescara con il pensiero di non avere rimpianti. Ci tenevo a giocare con questa maglia e con Zeman. Ho trovato ottimi difensori in questa squadra: da loro io posso solo imparare. Io penso a dare il massimo in ogni allenamento”.

Novellino l’anno scorso gli ha dato spazio e fiducia, come centrale e come terzino sinistro. “Non finirò mai di ringraziare l’Avellino e il direttore De Vito, il primo a credere in me in serie B. E’ stata un’esperienza importante, il mio primo campionato vero, mi ha fatto migliorare molto. Porterò sempre nel cuore quella città e le persone meravigliose che ho incontrato l’anno scorso. Qui a Pescara ho trovato colleghi difensori molto importanti, che mi stanno facendo crescere ulteriormente. Credo di essere ancora nel mio processo di crescita”.

A Parma, al rientro dopo tre partite fuori, è parso solido e affidabile in coppia con Coda. “Quando ci si dà una mano tutti, e si fa sempre una corsa in più per il compagno, è più facile emergere nella fase difensiva. Ma c’è da migliorare molto. Io spero di continuare a giocare e fare sempre meglio. Guai a cullarci sugli allori, dobbiamo continuare a crescere insieme”.

Intanto non si prende gol neanche al Tardini con un centrocampo nuovo e più dinamico: “Con Kanoutè siamo più coperti, è bravissimo a darci una mano. Il rientro di Palazzi ci ha dato un grande contributo, lui è stato il migliore sabato”.

La difesa che resta bassa fa arrabbiare Zeman. “Il mister non è contento, ma noi cerchiamo di fare quello che ci chiede. Ci ha condizionato quel contropiede del Parma ad inizio gara, poi abbiamo pensato più a difendere. Ma Parma è un campo difficile. Alla lunga però, stare così bassi potrebbe crearci difficoltà”.

In testa alla classifica oggi c’è l’Empoli di Vivarini: “Mi ha fatto diventare un professionista dopo il prestito alla Paganese. A Teramo abbiamo realizzato un sogno sul campo, anche se sappiamo com’è finita. Il mister in vetta non mi stupisce: a lui auguro le migliori soddisfazioni, ma spero che la classifica cambi da qui a fine stagione”.

Sabato ritroverà un Avellino ferito e rabbioso: “Contro la Salernitana non meritavano di perdere. Verranno qui più cattivi, per riscattarsi. Marcare Ardemagni? Un grande attaccante e un grande compagno. Come si ferma? Se ce ne sarà bisogno, anche con le maniere forti…”.