Pordenone Calcio: il 2020-21 va in archivio

Alleluia! Tutto è bene quel che finisce bene, al di là degli errori, delle polemiche e dei giudizi della critica. Il Pordenone resta in serie B. Non era del tutto scontato visto come si erano messe le cose durante l’imperversare dei contagi da Covid nel gruppo squadra neroverde e dopo le operazioni portate a termine durante la finestra di mercato di gennaio utilizzata decisamente più per far felice il cassiere della società che il tecnico. I ramarri avevano chiuso il girone di andata in zona playoff con 28 punti e il popolo neroverde si era illuso che la truppa di Tesser potesse prolungare la stagione regolare con l’appendice nobile come successo nella stagione precedente durante la quale si era arresa solo in semifinale al Frosinone di Alessandro Nesta. Da febbraio in poi invece le cose sono totalmente cambiate. Covid, infortuni e cessioni importanti (principalmente quella al Monza di Davide Diaw capocannoniere del campionato) hanno drasticamente ridotto il potenziale a disposizione del komandante, utilizzato poi come capro espiatorio per esorcizzare sfortuna ed errori di valutazione, dimenticando tutto ciò che aveva fatto per il Pordenone con la storica promozione in serie B e la conquista della Supercoppa di serie C nel 2019, la conquista della semifinale playoff da matricole in cadetteria nel 2020 e l’ottimo girone di andata nel campionato in corso.

“È ingrato chi nega il beneficio ricevuto; ingrato chi lo dissimula; più ingrato ancora chi non lo restituisce; il più ingrato di tutti però è chi lo dimentica.”

Sono parole pronunciate da Lucio Anneo Seneca duemila anni fa.

Con il rientro di gran parte degli infortunati e degli isolati la situazione è migliorata quanto bastava per evitare all’ultima gara della stagione regolare la lotteria dei playout. Fondamentale in questa ultima fase è stato l’apporto di Patrick Ciurria, autentico trascinatore in virtù dei suoi gol e dei suoi assist. Si è calato bene nella parte anche Maurizio Domizzi che, promosso dalla panca della Primavera a quella della prima squadra, ha avuto il merito di dare la classica scossa senza stravolgere tatticamente la squadra mantenendo in pratica la stessa disposizione adottata dal suo predecessore.