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Ghirelli: "Chiesta la Cassa integrazione per la Lega Pro. Aic resiste? Non ci sono alternative, i privilegi sono finiti"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
venerdì 27 marzo 2020, 17:50Le notizie
di Redazione Tuttoreggina
per Tuttoreggina.com

Ghirelli: "Chiesta la Cassa integrazione per la Lega Pro. Aic resiste? Non ci sono alternative, i privilegi sono finiti"

Il presidente della Lega Pro, Ghirelli, ufficializza la richiesta all'Esecutivo di concedere la cassa integrazione in deroga anche agli sportivi di Lega Pro, come rivelato dallo stesso ai microfoni di tuttoc:

"Faccio un esempio, abbiamo chiesto di entrare nella Cassa integrazione in deroga, perché siamo al capolinea, siamo di fronte al rischio della continuità aziendale per tantissimi club. La crisi investe l’azienda madre del proprietario del club di calcio, e lui giustamente, sceglierà quella che assicura l’oggi e il domani alla sua famiglia, ai dipendenti, agli operai. Il calcio è fragilissimo ed esposto più di altri settori produttivi e dello sport. Si è ritenuto di conseguenza opportuno chiedere al Parlamento che, già in sede di conversione del decreto legge cura Italia, estenda anche agli sportivi professionisti la possibilità di accedere alla cassa integrazione in deroga prevista dal l’art. 22 del decreto stesso. In altri termini gli sportivi professionisti ammessi alla cassa integrazione sarebbero esclusivamente coloro i quali hanno un tetto stipendiale lordo che si trovano in Lega Pro, nella pallacanestro, nella pallavolo. Per noi sarebbe un risultato importantissimo che darebbe sollievo in una fase di crisi così drammatica per le nostre società”.

Ghirelli "avverte" l'Assocalciatori su eventuali resistenze alla misura: "Sono stati informati dello strumento nel tavolo permanente, in due riunioni. Non hanno avanzato dubbi, controproposte, domande. Qualcuno insinua 'non avevano capito', mica siamo bambini sprovveduti! L’alternativa non c’è. Si guardi in faccia la realtà. I club non hanno risorse, hanno pagato tutti, esclusi tre, alla verifica del 16 marzo scorso. Meglio sarebbe non ricevere gli stipendi? Meglio sarebbe non avere più il proprio club? Siamo in guerra, per ricostruire la casa distrutta tutti, in proporzione, debbono fare sacrifici; le ferie si fanno in tempi di vacche grasse e si lavora con ciò che c’è. A chi non troverà la fabbrica, cosa gli si dice? I privilegi sono finiti, da noi già ce ne erano pochi. È finita una epoca, siamo tornati tutti uguali, siamo tutti normali, prima si capisce e meglio è. Rifiutare la cig sarebbe uno schiaffo rispetto a chi soffre”.