Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / reggina / Le notizie
PAREGGIO DI BILANCIO, NON UNA VOLONTA' MA UNA NECESSITA' - Il Financial Far Play, introdotto anche in Lega Pro, parla chiarissimo: strada obbligata per la RegginaTUTTO mercato WEB
© foto di Imago/Image Sport
martedì 13 giugno 2017, 11:20Le notizie
di Redazione Tuttoreggina
per Tuttoreggina.com

PAREGGIO DI BILANCIO, NON UNA VOLONTA' MA UNA NECESSITA' - Il Financial Far Play, introdotto anche in Lega Pro, parla chiarissimo: strada obbligata per la Reggina

Si fa sempre molta confusione sulla necessità di far quadrare i conti nell'ambito delle società sportive. Restando al caso che ci riguarda da vicino, la formula magica "pareggio di bilancio", obiettivo programmatico della famiglia Praticò nella gestione della Reggina, per qualche malpensante poteva sostanzialmente nascondere la volontà di "speculare" (investimenti al ribasso e pregare) sui destini della principale squadra calcistica di Reggio Calabria.

Ma la parità di entrate e uscite è una norma assimilata dalla FIGC e recentemente anche dalla Lega Pro, nell'ambito del programma del Financial Fair Play della UEFA.

Si tratta del progetto attuato nel 2009 dal massimo organismo politico del calcio europeo, sotto la guida di Micheal Platini, che punta a fare estinguere i debiti contratti dalle società calcistiche e a indurle nel lungo periodo a un auto-sostentamento finanziario.

Gli obiettivi del programma, che prendiamo a piè pari proprio dal sito dell'Uefa, sono chiari e lampanti:

-Dare al sistema finanziario delle società un ordine e una razionalità

- Stimolare l'auto-sostenibilità delle società, soprattutto a lungo termine

- Stimolare la crescita dei settori giovanili

- Incoraggiare la società a competere soltanto entro i propri introiti

- Accertarsi che le società onorino gli impegni finanziari nei tempi prestabiliti

- Diminuire le pressioni sulle richieste salariali e sui trasferimenti

Negli ultimi anni, pur mostrando qualche limitE (ma ci riferiamo sempre al "calcio dei grandi"), il Financial Fair Play ha via via eliminato quelle situazioni di disparità che di fatto drogavano il calcio. C'era chi spendeva più di quanto poteva e metteva il tutto alla voce debiti dei loro bilanci. Il Financial Fair Play non ammette tutto ciò, visto che obbligando alla progressiva estinzione dei debiti, prevede un limite di spesa da parte dei club, pena ammende salatissime, vari provvedimenti di natura amministrativa, sino all'esclusione dalle Coppe Europee.

Negli ultimi giorni, i calciofili più attenti avranno sentito parlare di "parametri imposti dalla UEFA" a Inter e Roma (sotto osservazione per qualche sforamento di troppo), così come la stessa nuova dirigenza del Milan sta discutendo con la Uefa di un Voluntary Agreement, in pratica un documento in cui il club promette di rispettare il Financial Fair Play nell'arco delle prossime stagioni

Le società sono monitorate nell'arco di più stagioni, con tre parametri chiave:

- Nessuna presenza di debiti arretrati verso altre società, dipendenti e/o autorità

- Fornitura di informazioni finanziarie che riguardano il futuro

- Obbligo di pareggio del bilancio

L'ultimo punto (dunque non è stato un termine coniato dalla Reggina 1914, ndr), è stato una sorta di manifesto programmatico dell'intera legislatura Platini. «Ci sono sempre state società più ricche di altre e indubbiamente ce ne saranno sempre. Tutto quello che vogliamo è che i club, più o meno ricchi, non spendano più di quanto guadagnano e che raggiungano la parità di bilancio, unico metodo certo affinché sopravvivano», le parole dell'ex campione francese della Juventus e oggi ex presidente Uefa. «Tali regole dicono: 'Non puoi spendere più di quanto guadagni. Ridaranno una maggiore razionalità al calcio e premieranno coloro che rispettano le regole e adottano un modello di impresa sostenibile», chiosò Platini quando fu presentato il Finacial Fair Play.

Lo scorso dicembre, FIGC e Lega Pro hanno sostenuto la necessità di doverlo introdurre anche nelle categorie minori del calcio italiano e di renderlo a tutti gli effetti una scriminante essenziale per l'ottenimento delle iscrizioni ai campionati. Addirittura, quanto per far capire l'importanza del concetto "pareggio di bilancio", la FIGC sta studiando un inasprimento del Financial Fair Play, con l'obbligo in capo alle società di ottenerlo, pena il blocco del calciomercato o addirittura l'esclusione dal campionato di competenza.

Il rapporto tra ricavi e indebitamento, le norme stringenti circa il pagamento di emolumenti, contributi e quant'altro, rappresentano solo il primo passo verso un futuro che dovrà vedere protagoniste solo società solide e credibili. Peraltro, la Lega Pro non è la prima "categoria minore" in Europa ad aver adottato i criteri del Fair Play finanziario: in Inghilterra, ad esempio, la Football League l'ha introdotto a partire dalla stagione 2012-2013 anche per la Championshio, la League One e la League Two (rispettivamente l'equivalente di serie B, C e quarta serie italiane).

Insomma, quello del rispetto del Financial Fair Play non è una volontà di chi vuol risparmiare qualche soldino, ma una necessità imposta dalle norme e che sarà una sorta di bussola per i club nelle stagioni che verranno: chi sbaglia, pagherà molto caro.