
Sanchez-Runjaic, e ora che si fa?
Alexis Sanchez è stato regolarmente incluso nella lista dei convocati per il raduno estivo dell’Udinese, ma il suo futuro in bianconero resta più incerto che mai. Il Niño, reduce dagli impegni con la Nazionale cilena in Copa América, si aggregherà al gruppo il 10 luglio, ma le domande attorno alla sua permanenza restano senza risposta.
Il nodo principale è il rapporto ormai deteriorato con Kosta Runjaic. L’attaccante cileno non ha mai nascosto il proprio malumore nei confronti del tecnico tedesco, arrivando addirittura a esprimere apertamente il proprio disappunto dopo la gara contro la Bolivia. Le sue parole, affidate a un’intervista senza filtri, hanno lasciato poco spazio alle interpretazioni: “Sono arrabbiato, la verità è che ho avuto a che fare con un allenatore che non mi ha capito e non ho giocato per molto tempo. Mi sento fisicamente bene. Da tre anni non gioco nella mia posizione naturale. Spero di andare in una squadra che mi dia la possibilità di giocare con continuità.” Un attacco diretto, che fotografa l’incomprensione tattica e la mancanza di fiducia che Sánchez ha percepito durante la sua stagione a Udine.
Chi ha provato a spegnere l’incendio è Gino Pozzo, grande estimatore del Niño e artefice del suo ritorno in Friuli. Il numero uno bianconero, nonostante le difficoltà, vorrebbe tenere Sánchez ancora un anno, convinto che con una preparazione completa e il giusto impiego il cileno possa dare un contributo importante.
Ma la domanda è una sola: Runjaic sarà disposto a puntare su di lui? La scorsa stagione, tra problemi fisici e scelte tecniche, lo spazio è stato pochissimo. E nel rigido 3-5-1-1 del tecnico tedesco, con Thauvin già in campo, non sembra esserci margine per far coesistere anche Alexis, almeno non senza ridisegnare radicalmente l’assetto offensivo. Una possibile soluzione sarebbe un modulo più offensivo, con due trequartisti alle spalle di una punta fisica: Thauvin e Sánchez insieme, a supporto di un centravanti. Un’ipotesi però mai realmente considerata durante la stagione.
Addio sempre più probabile? Se Runjaic dovesse continuare a non considerare Sánchez centrale nel progetto tecnico, l’addio diventerebbe l’unica via possibile. E le alternative per il Niño non mancano: dalla MLS (Inter Miami resta una suggestione concreta, dopo i contatti già avviati un anno fa), ai club turchi e francesi, fino all’interesse concreto di club arabi, pronti a offrire cifre importanti. Senza dimenticare l’opzione River Plate, fortemente discussa in Argentina come possibile ritorno romantico.
Il rientro di Sanchez a Udine il 10 luglio potrebbe essere decisivo per chiarire i contorni della vicenda. Il tempo per ricucire ci sarebbe, ma serve volontà da entrambe le parti. Il Niño ha ancora voglia di lasciare il segno in Europa, sogna di restare competitivo ad alti livelli e sa che per farlo deve giocare con continuità. L’Udinese, nel frattempo, si trova davanti a un bivio: disegnare una squadra che includa davvero Sanchez, oppure liberarlo per permettergli di inseguire altrove le sue ambizioni. In ogni caso, una decisione andrà presa a breve.






