Da Pedro a Dzeko: i senatori sono in panne. La Roma si aggrappa a Miki e Pellegrini
Da Smalling a Dzeko, passando per Pedro, Spinazzola, Mancini Mkhitaryan e Pellegrini, solamente quest’ultimi due hanno provato fino alla fine a lottare con Lazio e Spezia. Il volto di questa Roma, però, è rappresentato dal suo capitano: il nove giallorosso che durante i supplementari di martedì si è rivolto verso la panchina urlando “ma chi siamo”. Forse non lo sa più nemmeno lui che già due volte ha dovuto ricucire un rapporto non idilliaco con Fonseca e oggi ridotto ai minimi storici.
Smalling anche non sembra il centrale che la scorsa stagione guidava la difesa, complice nel suo caso una condizione non ottimale da inizio stagione per via della solita infiammazione al ginocchio che lo perseguita. Il sorriso di Mancini dopo il rosso con lo Spezia in Coppa Italia poi non è piaciuto a tifosi, proprietà e allenatore, mentre Spinazzola dopo la lesione fatica a ritrovare la forma pre Natale. I 25 titoli di Pedro, invece, sembrano esser rimasti imbottigliati nel traffico della Capitale perché a fronte di un ottimo avvio di stagione, ora lo spagnolo non riesce più a trascinare i compagni né con il carisma né con le giocate. La lucidità è rimasta nei piedi e nella testa di pochi, come dimostrano le immagini di Pellegrini che a un Fonseca attonito faceva presente che quello di Ibanez sarebbe stato il sesto cambio. Da Lorenzo la Roma proverà a ripartire già domani e sicuramente in futuro perché Pinto nel giorno del suo insediamento è stato chiaro: “Incarna i valori della Roma, faremo il possibile per blindarlo”. Fienga anche più volte si era espresso sul rinnovo del vice capitano: “Cercheremo di trattenerlo con la forza del progetto”. Ecco, ora dovranno essere bravi i Friedkin e Pinto perché in questi ultimi giorni la Roma non ha certamente dato il meglio di se.