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…con Pasquale Gallo
“Quando ho appreso delle dimissioni ho provato un po’ di meraviglia. Leggere che Agnelli si è dimesso, per me juventino nel dna, fa un certo effetto”. Così a Tuttomercatoweb l’operatore di mercato e autore di alcuni libri sulla Juventus, Pasquale Gallo.
Come legge le dimissioni del CdA?
“Un CdA che si dimette in un momento in cui vi è una vicenda di natura giudiziaria è da apprezzare. Con questa scelte Andrea Agnelli si è fatto da parte per il bene della società. Mi ricorda quando Umberto Agnelli si fece da parte perché doveva pensare alla Fiat. Adesso ci sarà un periodo di transizione”.
Si è parlato dell’identikit del presidente del futuro. E sono stati accostati alcuni nomi juventini.
“Quando si parla di nomi juventini io non penso ai calciatori. Penso e spero che ci siano delle persone che oltre ad essere juventine abbiamo lo spessore di grandi dirigenti o direttori generali che sappiano riportare su strada un autobus uscito fuori”.
Da addetto ai lavori è preoccupato?
“Assolutamente no. E non capisco la preoccupazione degli altri. Ogni volta che c’è qualcosa si pensa sempre al 2006. Questa è una vicenda completamente diversa”.
Questa vicenda inciderà sul mercato?
“A prescindere non vedo cosa possa fare a gennaio”.
Beh, Milinkovic Savic…
“Se ne parla da anni. Non lo ritengo indispensabile. A gennaio mi aspetto operazioni marginali”.
Per la Juve non è una stagione esaltante.
“Da Higuaín e Ronaldo in poi ci sono stati degli errori. CR7 non poteva costare la cifra che è costato. Dieci persone dovevano giocare in funzione sua e non va così. La Juve i campioni li ha sempre presi a vent’anni e sicuri. Una cosa è certa: i Tardelli, Cabrini e Scirea erano già campioni da giovani. E aver fatto partire Dybala per esempio è stato un grande errore”.
Come legge le dimissioni del CdA?
“Un CdA che si dimette in un momento in cui vi è una vicenda di natura giudiziaria è da apprezzare. Con questa scelte Andrea Agnelli si è fatto da parte per il bene della società. Mi ricorda quando Umberto Agnelli si fece da parte perché doveva pensare alla Fiat. Adesso ci sarà un periodo di transizione”.
Si è parlato dell’identikit del presidente del futuro. E sono stati accostati alcuni nomi juventini.
“Quando si parla di nomi juventini io non penso ai calciatori. Penso e spero che ci siano delle persone che oltre ad essere juventine abbiamo lo spessore di grandi dirigenti o direttori generali che sappiano riportare su strada un autobus uscito fuori”.
Da addetto ai lavori è preoccupato?
“Assolutamente no. E non capisco la preoccupazione degli altri. Ogni volta che c’è qualcosa si pensa sempre al 2006. Questa è una vicenda completamente diversa”.
Questa vicenda inciderà sul mercato?
“A prescindere non vedo cosa possa fare a gennaio”.
Beh, Milinkovic Savic…
“Se ne parla da anni. Non lo ritengo indispensabile. A gennaio mi aspetto operazioni marginali”.
Per la Juve non è una stagione esaltante.
“Da Higuaín e Ronaldo in poi ci sono stati degli errori. CR7 non poteva costare la cifra che è costato. Dieci persone dovevano giocare in funzione sua e non va così. La Juve i campioni li ha sempre presi a vent’anni e sicuri. Una cosa è certa: i Tardelli, Cabrini e Scirea erano già campioni da giovani. E aver fatto partire Dybala per esempio è stato un grande errore”.
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