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Roma, da Klopp a Nuno passando per Fabregas: tutti allenatori per una notteTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 07:45Serie A
di Debora Carletti

Roma, da Klopp a Nuno passando per Fabregas: tutti allenatori per una notte

Tanto fumo e poco arrosto. Tanti nomi sulla bocca di tutti, ma ancora nessuna certezza concreta. E dire che l’addio di Claudio Ranieri a fine stagione era cosa nota fin dall’inizio, chiara a tutti: dalla società agli addetti ai lavori, fino ai tifosi. Un epilogo già scritto il giorno stesso in cui ha firmato il suo contratto.

Che la dirigenza si sia mossa con largo anticipo, magari già da novembre, oggi suona più come una speranza che come un fatto dimostrabile. E i dubbi che continuano a circolare con insistenza sul futuro della panchina giallorossa non fanno che rafforzare questa sensazione di incertezza e disorganizzazione.

Nel frattempo, il casting per il nuovo allenatore ha assunto contorni quasi surreali. Si è parlato di tutto e del suo esatto contrario: da un possibile ritorno romantico di Daniele De Rossi o José Mourinho, passando per nomi più esperti e navigati come Massimiliano Allegri o Stefano Pioli. Poi ancora Vincenzo Montella, Eusebio Di Francesco, Roberto De Zerbi, Francesco Farioli e persino Cesc Fabregas. E ancora Maurizio Sarri, Gian Piero Gasperini. Fino ad arrivare a suggestioni internazionali come Xavi, Erik ten Hag e Jürgen Klopp.

Per un momento, sembrava che il profilo ideale fosse stato individuato con cura, che la linea da seguire fosse ben tracciata, che da un giorno all’altro sarebbe arrivato l’annuncio ufficiale.


E invece, all’improvviso, spunta il nome di Nuno Espirito Santo. Un profilo che stona con tutti quelli citati in precedenza, che non sembra inserirsi in alcun progetto preciso, né rappresentare una filosofia riconoscibile. Un nome che sembra piombato da un altro universo calcistico, scollegato da tutto ciò che si era detto, ipotizzato, immaginato.

Dalla società, naturalmente, arrivano smentite: si nega qualsiasi contatto diretto, si assicura che il portoghese non è mai stato realmente preso in considerazione né sondato.

Eppure, siamo al 22 maggio e ancora non c’è nulla di concreto. Nessun nome, nessuna direzione, nessun annuncio. E questa attesa inizia a diventare inquietante, perché il timore è sempre lo stesso: che si stia ripetendo, ancora una volta, il solito copione di una programmazione tardiva, improvvisata, poco ambiziosa. Una gestione che invece di pianificare e scegliere con determinazione, si ritrova ad accettare ciò che resta, raccogliendo scarti più che cogliendo frutti seminati con lungimiranza.