
Un architetto per la Roma: Gasperini progetta il futuro giallorosso
Ad oggi la nomina di Gian Piero Gasperini come nuovo allenatore della Roma segna una scelta di rottura, più che di continuità. Non è una decisione dettata dalla simpatia né dalla diplomazia con la piazza, ma da una visione tecnica precisa: dotarsi di un allenatore con un’idea strutturata, riconoscibile, capace di incidere profondamente sull’identità di gioco.
Gasperini arriva con un bagaglio pesante, fatto di risultati tangibili e di un metodo che ha trasformato l’Atalanta in una realtà europea stabile. Proprio questo aspetto, paradossalmente, rende il suo arrivo divisivo: l’uomo che ha sottratto alla Roma spazi, risultati e visibilità, ora è chiamato a guidarla. È un cortocircuito che mette in discussione certezze emotive, ma offre prospettive nuove sul piano sportivo.
I dubbi restano legittimi: l’ex tecnico nerazzurro ha sempre dato il meglio in ambienti dove ha potuto lavorare con continuità e senza pressioni mediatiche eccessive. Roma, in questo senso, rappresenta una sfida radicalmente diversa. Ma proprio per questo il suo eventuale successo assumerebbe un significato doppio: tecnico e culturale.
In un momento storico in cui la Roma non può competere economicamente con le grandi del campionato, puntare su un allenatore che sa costruire valore attraverso il gioco e la crescita interna rappresenta una scelta razionale. A patto che il club e l’ambiente lo seguano con coerenza. Perché Gasperini non è un gestore, è un architetto. E il suo calcio, per funzionare, ha bisogno di fondamenta stabili.
Gasperini arriva con un bagaglio pesante, fatto di risultati tangibili e di un metodo che ha trasformato l’Atalanta in una realtà europea stabile. Proprio questo aspetto, paradossalmente, rende il suo arrivo divisivo: l’uomo che ha sottratto alla Roma spazi, risultati e visibilità, ora è chiamato a guidarla. È un cortocircuito che mette in discussione certezze emotive, ma offre prospettive nuove sul piano sportivo.
I dubbi restano legittimi: l’ex tecnico nerazzurro ha sempre dato il meglio in ambienti dove ha potuto lavorare con continuità e senza pressioni mediatiche eccessive. Roma, in questo senso, rappresenta una sfida radicalmente diversa. Ma proprio per questo il suo eventuale successo assumerebbe un significato doppio: tecnico e culturale.
In un momento storico in cui la Roma non può competere economicamente con le grandi del campionato, puntare su un allenatore che sa costruire valore attraverso il gioco e la crescita interna rappresenta una scelta razionale. A patto che il club e l’ambiente lo seguano con coerenza. Perché Gasperini non è un gestore, è un architetto. E il suo calcio, per funzionare, ha bisogno di fondamenta stabili.
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