Yildiz-Juve: rinnovo ad un passo. Simonelli: "Milan-Como a San Siro". Le top news delle 13
Il futuro di Franco Mastantuono non è in discussione. Secondo quanto riportato da Marca, il talento argentino è finito nel mirino di diversi club europei, tra cui anche il Napoli, che si era informato su una possibile cessione in prestito. Il Real Madrid, però, ha chiuso subito ogni spiraglio, senza nemmeno attendere un’offerta ufficiale. Mastantuono è considerato una pedina centrale nella pianificazione a lungo termine del club blanco. La fiducia nel suo potenziale è totale, come dimostra l’investimento fatto la scorsa estate: oltre 60 milioni di euro per strapparlo al River Plate e battere la concorrenza del Paris Saint-Germain. Una scommessa importante, supportata da aspettative altissime. L’impatto del classe 2007 in Europa è stato immediato. In appena due giornate si è guadagnato un posto nell’undici di Xabi Alonso e, poco dopo, è diventato il secondo più giovane esordiente del Real Madrid in Champions League. Personalità, qualità e maturità hanno accelerato il suo inserimento, portandolo presto anche al primo gol in Liga, contro il Levante: una rete che lo ha reso il quarto marcatore più giovane della storia del club, a 18 anni e 40 giorni. Il suo peso è tale che il Real ha deciso di non liberarlo per il Mondiale Under 20 di ottobre, torneo poi perso dall’Argentina in finale contro il Marocco. Il percorso, però, si è interrotto bruscamente il 3 novembre, quando Mastantuono ha dovuto fare i conti con la pubalgia che ha imposto una gestione molto prudente del rientro. Ora le sensazioni sono migliori, ma a Madrid regna la cautela. L’obiettivo resta chiaro e il 2026 potrebbe essere l’anno della consacrazione, con la Finalissima contro la Spagna e il Mondiale alle porte. Battere record, del resto, sembra parte del suo destino: se debutterà al Mondiale, supererà persino un primato che oggi appartiene a Lionel Messi.
Avanti tutta, e con fiducia reciproca. È questa la sensazione che filtra dalla Continassa e che il popolo bianconero coglie ogni volta che si parla del futuro di Kenan Yildiz. Un futuro che - scrive oggi Tuttosport - la Juventus vuole blindare in fretta, per respingere le continue attenzioni delle grandi d’Europa, puntuali come un orologio. La crescita esponenziale delle ultime settimane, sotto la guida di Luciano Spalletti, ha acceso definitivamente i riflettori internazionali sul talento turco, ormai riconosciuto come leader tecnico della squadra. Un’evoluzione naturale per l’elemento più puro della rosa, dopo mesi in cui era stato talvolta sacrificato da Thiago Motta e Igor Tudor per esigenze tattiche. Con Spalletti in panchina, però, Yildiz ha cambiato passo e posizione. Più centrale, più vicino alla porta, più decisivo. I numeri parlano chiaro: 3 gol e un assist nelle ultime 7 presenze di campionato, con il suo piede che incide sempre più spesso sui risultati della Signora. Non è un caso che questa svolta coincida con una gestione tecnica che ne esalta libertà e istinto, restituendo al dieci bianconero un ruolo da protagonista assoluto. Da qui la priorità della dirigenza, guidata dall’ad Damien Comolli: il rinnovo. I contatti con l’entourage, rappresentato dal padre Engin, sono costanti e a gennaio è atteso un nuovo summit, ma il sì sembra già più vicino. Dopo l’offerta da 4,5 milioni più bonus, la Juve è pronta a salire infatti fino a 6 milioni, per renderlo uno dei più pagati della rosa. Sul tavolo anche un possibile prolungamento fino al 2031. Un segnale forte - conclude il quotidiano - per respingere l’interesse di Arsenal, Chelsea, Liverpool e Real Madrid: la Juve vuole costruire il suo futuro vincente intorno a Yildiz.
Basta pallone arancione in Serie A. A darne l’annuncio è stato, nel corso dell’intervista rilasciata a Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, il presidente di Lega, Ezio Maria Simonelli: “Abbiamo ricevuto tante giuste proteste su questo, ci sono persone che non riescono a vederlo per il daltonismo. Abbiamo chiesto al nostro fornitore di anticipare la fornitura di nuovi palloni. Per ogni partita servono 25 palloni, sono 500 palloni a settimana più quelli che diamo alle squadre per gli allenamenti. Hanno messo in produzione tutti i nuovi palloni con un colore che si possa vedere, ma ci vorrà qualche tempo prima che si possa sostituire questo arancione: una scelta non felice. Si tornerà al giallo o al bianco".
A parole Gian Piero Gasperini continua a ridimensionare il peso del mercato di gennaio, ma nei fatti in casa Roma il tema è centrale. Nei confronti quotidiani con Massara si parla quasi esclusivamente di rinforzi, soprattutto offensivi, e i profili individuati restano due: Joshua Zirkzee e Giacomo Raspadori. A tal proposito Il Messaggero rivela come oggi sia previsto un confronto con Simeone: l’ex Sassuolo chiede spazio per non perdere il treno Mondiale. L’Atletico non apre al semplice diritto di riscatto, ma l’inserimento di un obbligo potrebbe sbloccare la trattativa, con un’operazione complessiva da circa 20 milioni.
Lorenzo Lucca ieri è subentrato all'88esimo minuto. A partita virtualmente chiusa Antonio Conte ha voluto concedere una passerella a Rasmus Hojlund, all'autore della doppietta che ha deciso la sfida contro la Cremonese. Ha voluto rallentare il ritmo della gara in un finale in cui la squadra di Nicola ha provato con le sue armi a rendersi pericolosa, ma senza mai riuscire a impensierire davvero Vanja Milinkovic-Savic.
Per Lucca quello dello Zini non è stato il primo ingresso mentre scorrevano i titoli di coda, se resterà a Napoli non sarà nemmeno l'ultimo. Col Bologna nella finale di Supercoppa Italiana è rimasto in panchina per tutti i 90 minuti, contro il Milan è sceso in campo all'82esimo. E ancora, tornando al campionato, otto minuti contro l'Udinese e solo panchina contro la Juventus. Qualche minuto in più nella sconfitta di Lisbona contro il Benfica perché c'era da rimontare il 2-0, l'ultima da titolare a inizio mese in Coppa Italia contro il Cagliari. In quella occasione è arrivato anche il gol, secondo e fin qui ultimo di un'avventura che portata avanti così non ha troppo senso. Lucca da quando è a Napoli ha perso la Nazionale. Prima scelta per l'attacco dopo la conquistato dello Scudetto, è stato fin da subito oscurato da Rasmus Hojlund e di fatto in questi quattro mesi è stato sempre e comunque la riserva del centravanti danese. Visto il rendimento e la crescita del calciatore classe 2003 Antonio Conte sta avendo ragione, ma è chiaro che per Lucca - 35 milioni di euro di investimento complessivi - un trasferimento è ora necessario per non perdere altri sei mesi. Per non ritrovarsi tra poco anche alle spalle di Romelu Lukaku. Per avere ancora qualche piccola speranza di ritrovare la Nazionale a stretto giro di posta. Anche nelle ultime ore il direttore sportivo Giovanni Manna ha fatto intendere che a gennaio può andare via: "Vedremo cosa accadrà. L'abbiamo voluto, ma deve dare di più", le parole del dirigente del club partenopeo che in estate ha chiuso l'operazione con l'Udinese sulla base di un prestito oneroso da nove milioni di euro più obbligo di riscatto a 26.
Proprio i soldi spesi per acquisirlo a titolo temporaneo sono quelli che oggi il Napoli chiede per cedere Lucca una manciata di mesi dopo il suo arrivo dall'Udinese. Soprattutto dopo le limitazioni sul mercato derivanti dalla decisione della commissione istituita dal Ministro Abodi, il Napoli ha bisogno di incassare per operare sul mercato in entrata. Almeno sei-sette milioni per un prestito che a quel punto sottende un obbligo di riscatto, un affare sulla stessa falsariga di quello definito in estate per acquistare Lucca dall'Udinese. Non sarà facile: gli ultimi sono stati mesi complicati e oggi il centravanti di Moncalieri non ho lo stesso appeal che aveva lo scorso luglio.
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