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tmw / roma / Editoriale
Ampio spettro
giovedì 15 novembre 2018, 10:10Editoriale
di Luca d'Alessandro
per Vocegiallorossa.it
fonte L'editoriale di Luca d'Alessandro

Ampio spettro

La virtuale qualificazione in Champions League combinata all'ultimo turno di Serie A, dove la Roma ha guadagnato 3 punti a Inter, Milan e 2 alla Lazio, lasciano un cauto, ritrovato, ottimismo, in quest'ultima sosta dell'anno solare. Cauto perché, anche nell'ultima pausa per le nazionali, i giallorossi venivano da quattro vittorie consecutive e la crisi sembrava superata, per poi ricadere, rovinosamente, alla ripresa contro la SPAL.
Se gli spettri sono dietro l'angolo, lo spettrometro della squadra di Di Francesco è ancora ampio e di difficile decifrazione. Dalla depressione al "siamo più forti della scorsa stagione", il passo è troppo breve, una visione col filtro del tifoso è per definizione soggettiva. Curioso dunque che, per vedere effettivamente di che materiale sia fatta la rosa giallorossa, serva lo spettometro di massa, confondibile con il termine "piazza", ma non confondiamo le due cose.

Al chiaro di luna, nelle notti stellate della Champions, la luce emanata da questa Roma europea, a cui non siamo abituati, è ben delineata. Dai gol di Dzeko a quella consapevolezza di essere arrivati in semifinale, la scorsa stagione, non per puro caso: marmorea come la maglia away che sotto il tricolore si trasforma in grigio, incolore, come molte prestazioni. Se la prima impressione spesso è quella che conta (non sono servite 7 vittorie 2 pareggi nelle ultime 10 gare giocate) bisognerà riguadagnare la fiducia della critica a suon di punti (riuscendo a scavalcare Milan e Lazio), per chiudere il bilancio annuale in linea col proprio obiettivo. Questa volta gli scontri diretti non saranno al San Paolo, al Franchi o a Mosca ma, eccezion fatta del match dell'Allianz Stadium (dove la Roma ha solo da guadagnare), si terranno allo stadio Olimpico, colorito dal tifo romanista, dove il giallo e il rosso, colori primari per definizione, identificano da sempre la squadra, anche quando lo spettrometro è fatto più di spettri che di luce.