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Pisilli: "Stiamo correndo in campo. Un onore poter continuare a giocare per la Roma". VIDEO!TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 13:28Primo piano
di Redazione Vocegiallorossa
per Vocegiallorossa.it

Pisilli: "Stiamo correndo in campo. Un onore poter continuare a giocare per la Roma". VIDEO!

Niccolò Pisilli ha rilasciato un'intervista al podcast ufficiale della Roma.


Possiamo dire che è il tuo primo ritiro da grande o se lo dico Niccolò dell'anno scorso si offende?
"No, anzi ancora grande non sono"

Più grande dell'anno scorso sì
"Più grande dell'anno scorso sicuramente. L'anno scorso ho messo un po' di esperienza nel mio bagaglio, quindi sì, è il primo ritiro dopo un anno in cui ho giocato tra i grandi, possiamo metterla così. Pure l'altro anno è stato un ritiro con i grandi, è stato un ritiro a tutti gli effetti, quindi diciamo che quest'anno è il primo ritiro dopo che ho giocato con i grandi".

L'anno scorso eri già con la prima squadra, però io mi ricordo la sensazione era quella di un ragazzo che si giocherà le sue carte. Era tutto aperto, era un mondo da scoprire, quest'anno è un pezzetto di mondo.
"Sì, poi va dimostrato tutti gli anni, la Roma va meritata ogni anno, però sicuramente magari quest'anno parto con una base migliore rispetto all'anno scorso, perché come dicevi tu l'anno scorso ero un ragazzo che veniva dalla primavera da valutare in ritiro, quest'anno magari già il mister mi può conoscere un po' di più". 

L'anno scorso hai giocato più di 40 partite con la maglia della Roma. Intanto ti chiedo se te l'aspettavi di giocarne così tante, dimmi la verità, non mi dare la risposta umile
"All'inizio della stagione no, non me l'aspettavo, quando siamo partiti in ritiro non mi aspettavo neanche di rimanere, ci speravo tutto me stesso e ho sempre dato il massimo negli allenamenti a posta per provare a rimanere alla Roma, però non mi aspettavo mai di fare più di 40 partite in una stagione".

C'è una partita, o anche più di una, dopo la quale hai avuto la sensazione che avresti potuto farcela a stare a questo livello.
"No, una partita in particolare non penso di averla, mano a mano che giocavo mi sentivo bene, vedevo che riuscivo a giocare, riuscivo a esprimere me stesso. Questa cosa mi ha dato consapevolezza, come posso dire, perché pure per me era una prova, per capire se realmente fossi in grado di stare in Serie A, di poter giocare per la Roma. Quindi era pure una dimostrazione che dovevo dare a me stesso".

In questa stagione è successa un'altra cosa bella, importante, un contratto che ti lega alla Roma in modo importante.
"Sì, è stato per me un onore poter continuare a giocare per la Roma, è stato veramente un momento bello e importante perché si staccava la parte di Niccolo al settore giovanile e in qualche modo iniziava ufficialmente la parte di Niccolo con la Roma prima squadra. Per questo ci tengo a ringraziare tutti gli allenatori che ho avuto e la società per la fiducia che mi ha dimostrato.

Poi in questa stagione, oltre a tutto quello che abbiamo detto adesso, c'è stata anche una bella e direi variegata parentesi in Nazionale.
"Sì, ho raggiunto pure la convocazione Nazionale Maggiore, che se qualcuno solo me l'avesse accennato in passato gli avrei detto che era fuori di testa. Poi si è conclusa con l'Europeo quest'estate l'esperienza in Under 21, che è stata una bellissima esperienza e quindi sono molto contento ogni volta che vado in nazionale perché giocare per la nazionale italiana è veramente un qualcosa di unico, è tutto un Paese di tifa e questo non ha prezzo".

Te lo sei riguardato qualche volta il gol contro la Spagna?
"L'ho rivisto il giusto, perché poi lì giochi ogni due giorni. L'ho rivisto la sera che l'ho fatto, poi sono andato a dormire e non l'ho più rivisto".

Storicamente, in questo momento della stagione i tifosi rivolgono proprio un appello specifico all'allenatore che si traduce in due parole, che è falli core.La domanda è, vi fa correre?
"Stiamo correndo, stiamo lavorando come penso sia giusto.Tutte le squadre staranno lavorando, noi dobbiamo essere bravi a lavorare per farci trovare pronti e al meglio della condizione per quando servirà. Quindi magari adesso è un po' faticoso, però penso e spero che ci ritroveremo tutto dopo, quindi bisogna soffrire un pochino ora, però ci ritroveremo tutto poi durante la stagione".

Stiamo adesso al terzo, quarto, giorno di ritiro. Com'è stato tornare qui, com'è stato il primo impatto con Mr. Gasperini, col suo staff?
"Adesso è tutto nuovo, sono cambiate tantissime cose all'interno dello staff e quindi ci vuole un po' di tempo per conoscersi, per capire le richieste del mister, dei preparatori, ma quello penso sia normale. Tornare qui è stato molto bello perché ritrovi tanti compagni che durante l'anno vivi tutti i giorni, poi ti ci stacchi un mese e mezzo l'estate, non sei più abituato, quindi poi tornare qui...  Ti mancano un po'. Per quanto riguarda il mister, come ho detto, è un po' tutto nuovo, adesso ci dobbiamo abituare il più velocemente possibile alle sue richieste, a quelle dei preparatori e di tutto lo staff e speriamo che arrivino le cose che lui chiede".

In ritiro ci sono diversi ragazzi già più giovani di te, ma soprattutto fuori da qua ci sono tantissimi giovani ragazzi che guardano a te, al tuo percorso. L'hai realizzato che sei già un esempio per qualcuno?
"Magari sì, però io non me la sento addosso perché so che posso migliorare ancora tanto e posso far vedere ancora tanto, quindi ancora non mi sento una persona da vedere come un punto d'arrivo perché io vedo altre persone come un punto d'arrivo. So quanto devo migliorare sotto vari punti di vista, quindi non mi sento come un esempio, però se tanti ragazzi vedono in me un percorso da seguire io sono contento e farò di tutto per aiutarli e per cercare di farli sentire a loro agio quando verranno in prima squadra, dare loro consigli giusti anche nelle piccole cose". 

Facevi riferimento a quelli che tu vedi come un esempio, come un modello, e di solito i ragazzi giovani e intelligenti come te ci raccontano che allenarsi con loro, con i grandi, con campioni, insomma con gente che magari ha 5, 6, 10 anni più di te ti insegna qualcosa. Però per noi che siamo fuori, che lì dentro in campo non ci stiamo, non è sempre facilissimo capire poi questa crescita, questo aiuto, in cosa si traduce. 
"Dipende innanzitutto dal giocatore, perché ci sta il giocatore dal quale rimani incantato per come tocca la palla e il giocatore dal quale può imparare quella cosa un po' furba. Quindi dipende molto dal tipo di giocatore. Poi si tratta un po' di osservare e cercare di rubare il più possibile con gli occhi. Magari vedi un tuo compagno più grande che è tanto bravo in una cosa e cerchi di focalizzarti su come fa realmente quella cosa. Ti stacchi un po' dal vivere l'allenamento dentro e magari ti fermi anche dopo l'allenamento sui tiri. Magari vedi come tirano, ti metti proprio dietro e cerchi di capire appieno la tecnica. Perché se un giocatore, faccio un esempio, come Paolo Dybala calcia come calcia di certo non è nato calciando così, ci è arrivato col tempo e devi cercare di rubare il più possibile con l'occhio per poi provare a fare quello che fa lui". 

Oltre a rubare con gli occhi, ti è mai capitato di fare domande? 
"Capita che in campo loro ti diano consigli, chi su una cosa, chi su un'altra, se hanno qualcosa da dirti su questo ti aiutano molto in campo e ti danno diversi consigli".

Che tipo di centrocampista vorresti diventare?
"Di sicuro nel calcio di oggi devi saper fare un po' tutto al centrocampo.  Devi sapere attaccare, difendere, andare forte, gestire la palla. La mia qualità principale penso sia l'inserimento, che è una cosa che non vorrei mai perdere perché, per esempio, in primavera mi ha portato a fare tanti gol e mi sono divertito tanto giocando così. Però so che devo migliorare tantissime cose e il mio obiettivo è quello di diventare un centrocampista un po' totale".

Ti capita mai di andarti a vedere giocatori del passato, non solo della Roma, ma in generale? 
"Io sono uno che da sempre, da quando è piccolino, vede tantissime partite di calcio. Ogni volta che c'è una partita in tv la guardo. Quindi magari non vado a vedere un giocatore in particolare. Vedo un sacco di partite e cerco di vedere un po' tutti i centrocampisti delle varie squadre e rubare qualcosina da tutti".

Abbiamo parlato in un'altra occasione di tennis. Quanto ti ha emozionato la vittoria di Simer a Wimbledon?
"È stato un momento bellissimo, perché è stato il primo italiano a riuscire a vincere Wimbledon ed è una cosa che rimarrà veramente nella storia per sempre. Poi un torneo così prestigioso, un giocatore così forte, è stato veramente un momento bellissimo".