Troppa poca Roma: stavolta il raccolto vale la semina
Da tempo la Roma bramava una settimana in cui poter lavorare senza l’impegno (sempre benedetto) delle coppe europee e il paradosso voleva che alla sfida contro il Cagliari si arrivasse con i giallorossi avvantaggiati dal calendario, visto che stavolta il match infrasettimanale è toccato ai sardi, impegnati mercoledì scorso in Coppa Italia contro il Napoli. Premesse che suggerivano delle ottime condizioni per provare a ripartire dopo il KO contro il Napoli, e che invece sono state disattese già dai primi minuti della sfida della Unipol Domus, in cui la squadra capace di esprimere più intensità è stata quella di Pisacane e non quella di Gasperini.
Il tecnico giallorosso, nelle interviste del prepartita, aveva ammonito come in gare di questo tipo servisse essere bravi sul piano tecnico: non quello che riesce bene alla Roma, che di qualità individuale - per le zone di classifica in cui vuole navigare - non ne ha tantissima e che ne ha persa ulteriormente con l’assenza di Wesley, sostituito dal solito, spento, Tsimikas. Poca intensità e poca tecnica significa poter offrire, appunto, poco, in qualsiasi partita di calcio e infatti in questo Cagliari-Roma la Roma ha offerto poco fin dall’inizio, facendo diventare lo 0-0 un risultato da accettare di buon grado, e che oltretutto sarebbe stato prodotto di un’altra gara in cui i giallorossi avrebbero ottenuto più di quanto seminato.
Stavolta, però, proprio come contro il Napoli, il risultato ha rispecchiato quanto visto in campo, e sempre come contro i Campioni d’Italia la fase offensiva ha latitato anche oltre i problemi dovuti alle assenze, che hanno convinto Gasperini ha scegliere nuovamente una soluzione, quella del falso centravanti, che, oltre a poggiare su un calciatore - Baldanzi - che non segna in campionato da più di un anno e che è stato escluso dalla lista UEFA, di per sé in realtà ha convinto molto meno rispetto a quanto un paio di risultati possano aver voluto far credere.
L’espulsione di Celik ha costretto Gasp a disegnare schizzi di assetto in dieci uomini ripetutamente accartocciati e buttati nel cestino, che non potevano certo ribaltare l’inerzia di una partita nata male e finita peggio, con la quinta sconfitta in campionato, la prima che lascia davvero degli strascichi anche guardando al futuro a breve e medio termine, con gli scontri diretti Champions contro Como e Juventus introdotti dalla trasferta di Glasgow in cui, possibilmente, bisognerà mettere il cammino europeo definitivamente sul binario giusto. Bisogna fare qualcosa in più: serviva prima, serve ancora di più adesso.






