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Zoff: "Retegui non può scalzare uno come Immobile. Ci sono pochi giocatori italiani"
Dino Zoff, storica bandiera del calcio azzurro, ha parlato nel corso di "Radio Anch'io lo sport" su Rai Radio1 della Nazionale azzurra dopo la sconfitta contro l'Inghilterra e la vittoria contro Malta: "Io credo che sia un bilancio normale. La partita di ieri non è che può determinare grandi considerazioni. Il valore non si può andare a vedere in queste partite. Le difficoltà di reperire giocatori, visti i tanti stranieri in campionato, c'è. Quella di ieri non si può certo definire una ripartenza".
È preoccupato per il percorso delle qualificazioni all'Europeo?
"La pesantezza di non essere ai mondiali è stata tragica, ma io non mi spaventerei adesso. Siamo abituati agli estremi, ma queste partite non determinano svolte o retrocessioni".
Retegui sarà il futuro dell'attacco azzurro?
"Non ci sono tante punte ma non è che arriva uno e può scalzare Immobile che ha fatto 50 gol all'anno da diversi anni. Sono le consuete esagerazioni del nostro calcio".
Qual è il problema della Nazionale?
"Ci sono pochi giocatori italiani. Io faccio sempre gli esempi: è brutto parlare dei miei tempi, ma in Friuli quando giocavo io avevamo 12 giocatori in Serie A e almeno un paio in Nazionale. Al giorno d'oggi con tutti i preparatori che girano, chi è bravo trova subito una squadra degna della sua qualità. Ci sono meno italiani che giocano, è questo il problema. Non è un problema di non farli giocare in Serie A, è proprio il problema che non ci sono o ce ne sono pochi".
È preoccupato per il percorso delle qualificazioni all'Europeo?
"La pesantezza di non essere ai mondiali è stata tragica, ma io non mi spaventerei adesso. Siamo abituati agli estremi, ma queste partite non determinano svolte o retrocessioni".
Retegui sarà il futuro dell'attacco azzurro?
"Non ci sono tante punte ma non è che arriva uno e può scalzare Immobile che ha fatto 50 gol all'anno da diversi anni. Sono le consuete esagerazioni del nostro calcio".
Qual è il problema della Nazionale?
"Ci sono pochi giocatori italiani. Io faccio sempre gli esempi: è brutto parlare dei miei tempi, ma in Friuli quando giocavo io avevamo 12 giocatori in Serie A e almeno un paio in Nazionale. Al giorno d'oggi con tutti i preparatori che girano, chi è bravo trova subito una squadra degna della sua qualità. Ci sono meno italiani che giocano, è questo il problema. Non è un problema di non farli giocare in Serie A, è proprio il problema che non ci sono o ce ne sono pochi".
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