
Salernitana, grande con le grandi e tanti record battuti. Sarà serie A per il terzo anno di fila
Dicevamo in precedenza che la stagione della Salernitana si può dividere in tre momenti.
Una prima parte molto positiva, al netto del 5-0 di Reggio Emilia col Sassuolo, poi il clamoroso crollo post impresa all'Olimpico sotto lo sguardo incredulo dell'ex presidente Lotito. Da quel momento in poi una costante involuzione coincisa con prestazioni pessime, sconfitte nette, numeri horror tra le mura amiche e le otto sberle di Bergamo che rappresentano ferita ancora aperta per la società per stessa ammissione di Danilo Iervolino. L'esonero di Nicola, il richiamo alla base e il definitivo licenziamento dopo il pesante ko di Verona, assieme ad un mercato di riparazione in tono minore e low cost, rischiavano di rovinare quanto di buono fatto in precedenza ma l'avvento di Paulo Sousa ha cambiato le carte in tavola permettendo alla Salernitana di ritrovare gioco, entusiasmo, coraggio, identità e spirito battagliero. Chiudere con 3 punte e due esterni offensivi a San Siro contro i campioni d'Italia o sfiorare il colpaccio a Napoli senza accontentarsi dell'1-1 di Dia fotografa perfettamente la mentalità del mister portoghese, capace di portare a casa 13 risultati positivi su 16 pur senza aver mai vinto in trasferta. Giusto menzionare anche qualche singolo calciatore. Ochoa è primo in Italia per parate decisive nel girone di ritorno, Candreva ha disputato una stagione strepitosa e ha segnato - Samp a parte - contro tutte le sue ex squadre, Mazzocchi è stato il primo granata ad essere convocato in Nazionale, Coulibaly ha avuto una impressionante costanza di rendimento e Gyomber ha comandato la difesa con l'autorevolezza del campione. Basti pensare che il 65% dei gol subiti è arrivato quando non era in campo. Rimandati Botheim, Daniliuc e Bohinen, annata più che positiva per Bradaric, Kastanos e Vilhena, dietro la lavagna Piatek (appena 4 gol e tanti errori sotto porta; ok il lavoro "sporco" e le sponde aeree, ma un centravanti deve anzitutto segnare), Bonazzoli e Maggiore. Resta, comunque, una delle stagioni migliori della storia della Salernitana, pronta a diventare una splendida realtà del campionato di A soprattutto grazie alla forza di una tifoseria che fa sempre la differenza.







