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Salernitana, non si rimargina la frattura nella tifoseria. Una parte resterà fuori anche dall'ArechiTUTTO mercato WEB
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ieri alle 22:49Serie B
di Tommaso Maschio

Salernitana, non si rimargina la frattura nella tifoseria. Una parte resterà fuori anche dall'Arechi

Al momento sono poco più di sedicimila i tifosi della Salernitana che hanno acquistato il biglietto per la sfida contro la Sampdoria che decreterà l’ultima retrocessa in Serie C. Ma all’interno dell’Arechi domenica sera potrebbero essere meno visto che, come riporta Tuttosalernitana.it, alcuni gruppi della tifoseria granata acquisteranno i biglietti, ma non entreranno – come successo a Marassi – dentro lo stadio. Continua infatti la spaccatura all’interno del tifo salernitano con da una parte il Diretto Ultras che ha ribadito di voler entrare a sostenere gli uomini di Marino nel tentativo di rimontare il 2-0 dell’andata, e il Direttivo Salerno che resta fermo sulla sua posizione di non entrare allo stadio. Di seguito i due comunicati:

Questo quello del Direttivo Ultras
"Domenica contro la Sampdoria, l’Arechi si deve trasformare in un fortino inespugnabile e la nostra Salernitana in un gigante imbattibile! Noi dagli spalti, loro dal campo, dobbiamo dare tutto fino alla fine. Si può fare, crediamoci! Ora più che mai è il momento di tirare fuori il nostro orgoglio pisciaiuolo. Quello che da sempre ci ha contraddistinto, perché è proprio nei momenti più difficili che Salerno sa unirsi e combattere. Per questo invitiamo ad essere presenti, sostenere e lottare fino alla fine. Indossiamo il granata, coloriamo lo stadio con sciarpe, bandiere e stendardi. Con le mani e con la voce… per Salerno, solo per Salerno. A Salerno non si passa".

Questo quello del Direttivo Salerno
"Forse, finalmente, finisce davvero. Un campionato in cui si è distinta la costante mediocrità della squadra, culminato nel vile agguato della Lega alla nostra passione, giunge stancamente all’ultimo atto. Lo abbiamo seguito tutto, passo passo, fino alla partita col Frosinone, che, per la dabbenaggine di chi comanda il calcio, non ci sarebbe mai stata. E allora basta così. Accettiamo fino all’ultima critica ci sia stata mossa, come si conviene tra chi intende costruire una comunità e non soltanto demolire l’altrui operato. Tuttavia, faremo come a Genova. Col cuore accanto alla maglia nostra ma fuori dalla Curva Sud: a manifestare lo sdegno per una partita che avrebbero dovuto far giocare per tempo, a testimoniare che la passione e la dignità di un popolo va rispettata, a urlare a chi ancora occupa certe poltrone che Salerno non si piega.


Ci riserviamo il diritto di indignarci, di schifarci, di ribellarci all’ingiustizia subita. Entrando, fingendo tutto sia normale, ci condanneremmo poi al silenzio. Perché, se ti adegui allo schifo, se poi va male devi stare solo zitto. Il pensiero finale lo dedichiamo a Danilo lervolino. A lui, alle persone che – siano o meno in organigramma – lo hanno accompagnato nell’esperienza calcistica salernitana. Partita tra gli onori, baciata inizialmente dai risultati, naufragata infine in un mare di incompetenza e soprattutto sciatteria.

La promessa iniziale, perlomeno, è stata mantenuta. Il sinallagma, l’unione fisica e spirituale tra la tifoseria e la squadra, di ritorno da Genova, si è finalmente realizzata. Ora sapete cosa proviamo, ora comprendete come ci si senta: SONO DUE ANNI CHE CI FATE VOMITARE. LA SALERNO CHE NON SI PIEGA".