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Salernitana, protesta infinita dei tifosi. Ieri in 500 sotto il Comune, ultras disertano i playout
Scende in campo la tifoseria granata. Lo fa per ribadire tutto il proprio sdegno per una situazione del tutto impronosticabile dopo la vittoria per 0-2 a Cittadella e che mette a rischio la permanenza del club in cadetteria. Le iniziative sono state tante. Prima il sit-in di protesta all'esterno dell'Arechi (con oltre 1500 persone radunate all'esterno della Sud), poi città e provincia tappezzate di striscioni contro la Lega e la FIGC, poi ancora l'incontro di ieri pomeriggio tra Comune e Questura per alzare nuovamente la voce annunciando la volontà di disertare le partite dei playout, anche a costo di mettere in preventivo un danno evidente per la squadra del cuore. "Noi non ci pieghiamo, Salerno non si piega. Non possiamo accettare verdetti decisi a tavolino e classifiche stravolte a danno della Salernitana. Gli ultras non saranno comparse di questa sceneggiata e resteranno a casa, a protezione della dignità di Salerno e della sua gente. Soprattutto di quelle 30mila persone che avevano fatto enormi sacrifici per assistere alla gara col Frosinone" il discorso dei capi ultras. Di avviso leggermente diverso gli esponenti della tifoseria organizzata.
Il Centro di Coordinamento, il Club Mai Sola e il Salerno Club 2010, storici gruppi da decenni al fianco della Bersagliera in casa e fuori, entreranno e tiferanno regolarmente. "Siamo tutti consapevoli si stia assistendo a un qualcosa di anomalo e oltre le regole, forse per favorire chi era retrocesso sul campo o chi ha vinto a Sassuolo in modo sorprendente e con un rigore molto dubbio. Tuttavia non condividiamo, pur rispettandola, la decisione della curva. Se andiamo in C è danno che resta sulla nostra pelle, non su quella di chi governa il calcio" si legge nella nota congiunta. Va rimarcato che la protesta si è svolta in un clima di grande correttezza e civiltà al punto che gli ultras hanno lanciato un altro appello: "Non attacchiamo i tifosi della Sampdoria, loro non c'entrano. Non bisogna distogliere l'attenzione dai veri responsabili che sono Gravina e Bedin". Contro i quali sono stati lanciati diversi cori piuttosto duri. Anche in questo caso c'è stata discordanza. "Perchè" come hanno rimarcato in tanti "i tifosi della Sampdoria entreranno lo stesso allo stadio. Sarebbe più corretto disertino anche loro, ma anche le altre piazze dovrebbero prendere le distanze. Oggi tocca a noi, un domani potrebbe toccare a loro".
Sempre ieri si è svolto un incontro al Comune tra il Sindaco Vincenzo Napoli e vari esponenti politici della città. Orientamento chiaro: affiancare la società in caso di ricorso al TAR opponendosi allo spareggio con la Sampdoria, chiedendo la B a 22 in segno di rispetto dopo quanto accaduto e accettando di scendere in campo soltanto contro il Frosinone come classifica e calendario prevedevano fino al clamoroso stop del 18 maggio. Anche il Governatore Vincenzo De Luca è furioso e ha già inviato una lettera alla Lega e alla Federazione "che dovranno assumersi le proprie responsabilità in caso di problemi di ordine pubblico". "A Salerno sarà un inferno" e "La vostra farsa, la nostra rivolta" sono due striscioni che hanno alzato il livello di guardia, visto che in tanti si dicono pronti a restare all'esterno dell'Arechi nella gara di ritorno "per assicurarci che vada tutto secondo regole e che non ci siano ulteriori favoritismi". Insomma, un caos totale "che poteva essere evitato facendo giocare Salernitana-Frosinone e ripescando la perdente in caso di condanna definitiva del Brescia" come affermano in coro tanti legali che stanno idealmente affiancando la Salernitana in questo percorso ribadendo che "non si potesse rinviare una gara sine die, senza deferimenti, senza condanne e con tempi abbreviati che non tengono conto del fatto che il Brescia abbia diritto a difendersi fino all'ultimo grado di giudizio. Il TAR, anche in virtù del precedente del 2019, ha la possibilità di bloccare i playout". Clima rovente, dunque, a Salerno e provincia. Solo la società sembra aver attuato la politica della linea morbida, passando da una "promessa di battaglia" all'essere felici "perchè giocheremo il ritorno a Salerno e avremo due risultati su tre".
Il Centro di Coordinamento, il Club Mai Sola e il Salerno Club 2010, storici gruppi da decenni al fianco della Bersagliera in casa e fuori, entreranno e tiferanno regolarmente. "Siamo tutti consapevoli si stia assistendo a un qualcosa di anomalo e oltre le regole, forse per favorire chi era retrocesso sul campo o chi ha vinto a Sassuolo in modo sorprendente e con un rigore molto dubbio. Tuttavia non condividiamo, pur rispettandola, la decisione della curva. Se andiamo in C è danno che resta sulla nostra pelle, non su quella di chi governa il calcio" si legge nella nota congiunta. Va rimarcato che la protesta si è svolta in un clima di grande correttezza e civiltà al punto che gli ultras hanno lanciato un altro appello: "Non attacchiamo i tifosi della Sampdoria, loro non c'entrano. Non bisogna distogliere l'attenzione dai veri responsabili che sono Gravina e Bedin". Contro i quali sono stati lanciati diversi cori piuttosto duri. Anche in questo caso c'è stata discordanza. "Perchè" come hanno rimarcato in tanti "i tifosi della Sampdoria entreranno lo stesso allo stadio. Sarebbe più corretto disertino anche loro, ma anche le altre piazze dovrebbero prendere le distanze. Oggi tocca a noi, un domani potrebbe toccare a loro".
Sempre ieri si è svolto un incontro al Comune tra il Sindaco Vincenzo Napoli e vari esponenti politici della città. Orientamento chiaro: affiancare la società in caso di ricorso al TAR opponendosi allo spareggio con la Sampdoria, chiedendo la B a 22 in segno di rispetto dopo quanto accaduto e accettando di scendere in campo soltanto contro il Frosinone come classifica e calendario prevedevano fino al clamoroso stop del 18 maggio. Anche il Governatore Vincenzo De Luca è furioso e ha già inviato una lettera alla Lega e alla Federazione "che dovranno assumersi le proprie responsabilità in caso di problemi di ordine pubblico". "A Salerno sarà un inferno" e "La vostra farsa, la nostra rivolta" sono due striscioni che hanno alzato il livello di guardia, visto che in tanti si dicono pronti a restare all'esterno dell'Arechi nella gara di ritorno "per assicurarci che vada tutto secondo regole e che non ci siano ulteriori favoritismi". Insomma, un caos totale "che poteva essere evitato facendo giocare Salernitana-Frosinone e ripescando la perdente in caso di condanna definitiva del Brescia" come affermano in coro tanti legali che stanno idealmente affiancando la Salernitana in questo percorso ribadendo che "non si potesse rinviare una gara sine die, senza deferimenti, senza condanne e con tempi abbreviati che non tengono conto del fatto che il Brescia abbia diritto a difendersi fino all'ultimo grado di giudizio. Il TAR, anche in virtù del precedente del 2019, ha la possibilità di bloccare i playout". Clima rovente, dunque, a Salerno e provincia. Solo la società sembra aver attuato la politica della linea morbida, passando da una "promessa di battaglia" all'essere felici "perchè giocheremo il ritorno a Salerno e avremo due risultati su tre".
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